“I numeri della montagna sono impietosi e se cerchiamo risposte alla crisi con gli occhi della lotta partitica anziché con quelli dell’impegno politico trasversale non troveranno soluzione”: ha esordito così il senatore di Fratelli d’Italia Luca De Carlo, presidente della IX Commissione Senato – Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare, nel seminario “Piccoli Comuni, le radici del futuro” promosso da Fondazione Symbola nel pomeriggio a Mantova.
“Fino a 30 anni fa, il 70% della popolazione viveva nelle aree rurali; oggi il trend è praticamente pari e tra vent’anni sarà totalmente ribaltato. Lo spopolamento della montagna non è solo crisi demografica e abbandono del territorio, ma anche mancata cura e presidio del territorio stesso, con le inevitabili ripercussioni anche su chi abita a valle. I piccoli comuni sono straordinari custodi delle eccellenze dei territorio: per esempio, Calalzo di Cadore, il mio paese dove con mio grande onore ho fatto anche il sindaco per quindici anni, nel 1878 ha visto la nascita della prima fabbrica di occhiali. Non è quindi solo questione di risorse, ma anche di consapevolezza, di conoscenza, di capacità e volontà di valorizzare e tramandare le proprie tradizioni: siamo il paese delle eccellenze, del record mondiale di prodotti DOP e IGP – non ultimo, sempre restando alla mia terra, il riconoscimento DOP del Miele delle Dolomiti Bellunesi, primo consorzio di tutela del miele in Italia – e siamo capaci di valorizzarli sposando tradizione e innovazione; proprio su quest’ultima si basa la capacità di attrazione dei giovani: per mantenere vivo il territorio, questi ragazzi devono poter studiare, anche viaggiare per il mondo, ma quando tornano devono trovare un lavoro all’altezza delle loro aspettative, delle loro nuove conoscenze, della loro volontà di affrontare e superare le sfide.
Qualità, lavoro, reddito, innovazione, digitale sono le parole chiave per attrarre e trattenere i giovani nei piccoli comuni, in agricoltura e non solo. Dobbiamo fare tesoro della nostra storia e scriverne le nuove pagine in chiave moderna: le comunità energetiche; la valorizzazione delle foreste con i registri dei crediti di carbonio; la gestione del patrimonio naturale, verso la quale la nuova legge sulla montagna pone grande attenzione”.