Il 19 ottobre scorso, a Roma, in piazza San Giovanni, c’erano 200mila persone per battere le mani a Salvini, Meloni e Berlusconi. Quest’ultimo, era stato in dubbio fino a poco prima, e aveva rotto gli indugi chiaramente solo il giorno stesso. Ciononostante, quando si è presentato sul palco c’erano con lui alcuni dei personaggi rappresentativi di Forza Italia, tra cui la Bernini e la Gelmini.
Mancava, clamorosamente, Mara Carfagna. Tra tutte le assenze, questa era sicuramente quella che meno ti aspetti e che più ha dato nell’occhio. Basta conoscere la carriera di Mara Carfagna per comprendere il perché. Nata a Miss Italia, poi showgirl sui canali Mediaset, bellezza mediterranea mora e all’epoca anche procace, viene notata dal Cavaliere che per le belle donne ha sempre avuto un debole, e praticamente adottata all’interno di Forza Italia. Da showgirl a donna politica di primo piano, il passo per Mara Carfagna è brevissimo, un po’ come quello che in seguito farà sul terreno opposto Maria Elena Boschi. All’improvviso lei è su tutti i TG, parlano della ragazza campana di buona famiglia, del suo diploma al conservatorio in pianoforte, della laurea in giurisprudenza ma anche di alcune foto non proprio castigate dove Mara si mostra senza veli in tutta la sua prorompente sensualità, e della carriera politica che le si è aperta davanti. Fa sensazione. Viene eletta in parlamento al primo tentativo e un paio di anni dopo è già Ministro delle Pari Opportunità. E’ anche brava, bisogna ammetterlo, perché almeno all’epoca conosceva i suoi limiti dati dalla scarsissima esperienza, ed evitava di esporsi. Così, la stampa alla fine parlava di lei e della sua indiscutibile fisicità. I colleghi al governo e in parlamento la guardavano con occhi sognanti, Berlusconi si compiaceva della sua ‘creatura’, bellissima, educatissima, molto chic, e che può leggere un discorso con precisione e ottima dizione.
Grande clamore per lei anche quando decide di sposare uno dei migliori partiti italiani, l’imprenditore playboy, Marco Mezzaroma. Al matrimonio sono pochissimi gli invitati di Forza Italia, ma non manca il Cavaliere. Mara e Marco sono una coppia che fa sognare, ma dura poco. Separazione e divorzio arrivano nell’arco di un anno. Lei torna single e si immerge ancora di più nella politica, dove il suo mentore, Berlusconi, non le fa mancare posizioni sempre di primo piano che, tra l’altro, le procurano non poche invidie. Nel frattempo, si fidanza di nuovo, stavolta con un collega onorevole forzista, Alessandro Ruben, classe 1966, di religione ebraica già consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, avvocato. E’ a questo punto che probabilmente Berlusconi comincia a perdere l’influenza che ha sempre avuto sulla sua pupilla, influenza che passa a Ruben, da quel che si dice nuova guida e consigliere della sempre bella Mara.
Intanto, però, il tempo trascorre, Berlusconi ha qualche problema di salute, la politica italiana cambia, e Forza Italia comincia a sgretolarsi. In molti dall’interno del partito chiedono drastici cambiamenti, compresa la Carfagna, e quelle mancanze il 19 di ottobre sul palco, accanto a Berlusconi, dicono di una brutta spaccatura. Perché, nel frattempo, c’è una cena (di congiurati?) pare organizzata se non proprio anche da Mara il 24 settembre scorso, a cui partecipano 55 deputati, ma di questi solo 24 firmano un documento lì presentato, in cui si chiede a Silvio Berlusconi un netto cambio di linea politica. Pare che un nutrito drappello tra deputati e senatori di Forza Italia trovi il partito troppo appiattito sulle posizioni di Matteo Salvini. E dunque i 24 firmatari di cui sopra vorrebbero formare un gruppo parlamentare o quanto meno un’alleanza anti-salviniana.
Ma davvero il partito di Berlusconi ha perso e perde tanti consensi perché troppo appiattito sulla linea sovranista come sostengono proprio la Carfagna e ora anche Giovanni Toti, quest’ultimo dopo che per mesi era stato vicinissimo alle posizioni della Meloni, prossimo a sposare Fratelli d’Italia, prima che gli venisse in mente di farsi un partitino dallo 0,8%? La crisi del partito del Cavaliere non sarà invece da ricercarsi in operazioni scellerate come il Nazareno, e l’ormai certezza da parte dell’elettorato che l’uomo di Arcore si sia abbastanza stufato dell’Italia e degli italiani e che abbia deciso di continuare la politica solo per difendere le sue aziende sempre sotto attacco?
A questo punto, presi insieme o separati, Mara Carfagna e Giovanni Toti, con i loro più o meno numerosi accoliti, danno l’idea di personaggi pirandelliani in cerca d’autore. Ma mentre Toti si può momentaneamente rifugiare nel suo feudo ligure e dedicarsi alla regione se proprio si mette male, più incerto è il futuro della Carfagna. Sicuro, oggi lei è molto corteggiata soprattutto a sinistra, e soprattutto da Matteo Renzi che cerca nomi per imbottire la già sgonfia Italia Viva, ma un domani? Se Mara mollasse definitivamente il Cavaliere, rischierebbe di emulare le gesta di un altro delfino di Silvio, quell’Angelino Alfano che ormai viene ricordato più come un patetico voltagabbana che come un ministro degli interni . Forse la carriera del traditore politicamente in Italia ripaga sulla breve distanza con qualche bella poltrona, ma alla lunga ti segna come un marchio e ti fa chiudere bottega. Possibile che Mara si sia stufata della politica e, come ha spesso detto, vorrebbe dedicarsi a una famiglia e a un bambino? Sarebbe una soluzione…