Negli ultimi mesi molti imprenditori del Paese, in diversi settori, lamentano la difficoltà nel trovare giovani disponibili al lavoro.
Effettivamente, la misura del reddito di cittadinanza andrebbe rivista e resa più efficace rispetto agli obiettivi, correggendo quegli aspetti della normativa che si sono rivelati particolarmente critici, come l’individuazione dei poveri, l’efficacia delle misure di accompagnamento al lavoro e la componente relativa ai controlli.
Andrebbe introdotto un sostegno a chi è davvero in difficoltà e con ben altri criteri e modalità.
Secondo Anpal (Settembre 2021) nella classe di età 18-30 anni (che rappresenta oltre il 36,8% dell’intera platea dei beneficiari in esame) solo poco più di un terzo ha avuto una occupazione nei 2 anni precedenti e buona parte dei giovani si trova, probabilmente, in una condizione di primo ingresso nel mercato del lavoro, mentre, gli over 50 (un quarto dell’intera platea) costituiscono la fascia più problematica ai fini della ricollocazione con la presenza marcata tra le loro fila di disoccupati di lungo periodo.
Corrispondere un reddito ad una persona di 50/60 anni che rimane senza lavoro o è disoccupato ha una sua motivazione, di contro, stabilire la stessa misura in favore dei giovani trasmette loro un messaggio negativo che potrebbe indurli a perdere la convinzione ad un’occupazione e la fiducia nel cercare un lavoro facendo passare l’idea che sia più conveniente richiedere un sussidio.
Cancellare il reddito di cittadinanza per gli under 30, comporterebbe inoltre uno sblocco di risorse da destinare alla riduzione del costo del lavoro mettendo così le imprese nelle condizioni di assumere.
Dalla prima metà del 2019 – periodo in cui è entrato in vigore il RdC – fino alla fine di quest’anno, l’investimento dello Stato per questa misura ammonta a 19,6 miliardi: 3,8 nel 2019, 7,2 nel 2020 e 8,6 miliardi per l’anno in corso. Per il 2022 è prevista una spesa di 7,7 miliardi (Ufficio studi della Cgia di Mestre).
Ed ancora: l’Inps ha reso pubblici i dati aggiornati al 9 maggio 2022 dell’Osservatorio reddito e pensione di cittadinanza, che riguardano i nuclei familiari percettori nel periodo 2019-2022. Nei primi quattro mesi del 2022 sono stati 1.387.454 i nuclei che hanno ottenuto almeno una mensilità del sostegno, per un totale di 3.207.977 persone.
La tanto sperata ripresa economica dell’Italia passa anche attraverso gli effetti del calo della domanda di lavoro in molti settori (in particolare turismo e ristorazione), con il rischio di vedere le nostre imprese non riassorbire tutte le perdite subite negli ultimi anni.
Miale Ciro Francesco Coordinatore Fratelli d’Italia Grottaglie