Impedire la trascrizione nei registri di stato civile degli atti per i nati da maternità surrogata. Lo chiede, con una interrogazione al Ministro dell’Interno, il deputato di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli. “La Corte europea dei diritti dell’uomo ha sancito un principio che il nostro ordinamento non può ignorare: Il divietò di trascrizione non è lesivo né del diritto alla vita famigliare del minore né di quello della coppia ricorrente. Il minore può essere tutelato dallo Stato in altro modo, come nel caso dell’Islanda, attraverso il diritto di cittadinanza e tutele socio-giuridiche che da ciò discendono. il divieto di maternità surrogata non può essere aggirato andando all’estero e poi procedendo con una legittimazione a posteriori di una pratica vietata. Il recente monito al Parlamento della Corte Costituzionale con il quale si chiede di legiferare per la tutela del minore nato dalla pratica illegittima della maternità surrogata non può quindi essere interpretato come un via libera alle trascrizioni. Il Governo le impedisca a tutela anzitutto dei più piccoli e -come dice la Cedu- del diritto di un bambino di sapere chi sono i reali genitori”
QUI L’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE:
Montaruli.
– Al Ministro dell’Interno – Per sapere – premesso che:
in data 09-03-2021, con la sentenza n. 33, la Corte Costituzionale ha affermato che “l’interesse superiore del minore a veder riconosciuto il legame di filiazione anche con il genitore non biologico, deve essere bilanciato con lo scopo legittimo dell’ordinamento a disincentivare il ricorso alla pratica della maternità surrogata, penalmente sanzionata”;
nello specifico, una coppia omosessuale di nazionalità italiana, a seguito di maternità surrogata praticata in Canada, ha richiesto il riconoscimento in Italia del provvedimento canadese con cui entrambi (genitore biologico e “genitore d’intenzione”) venivano dichiarati genitori del neonato;
la Consulta, nel confermare un precedente orientamento delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione circa la contrarietà all’ordine pubblico della maternità surrogata e nel ribadire che tale pratica “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”, pone un principio di tutela del minore concepito con l’illegittima pratica della maternità surrogata e tuttavia il riconoscimento della sentenza straniera di filiazione sia l’esclusiva modalità con cui soddisfare tale principio di tutela;
la Corte ha invitato il Parlamento a legiferare in materia
recentemente, anche la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), nella sentenza Valdìs e altri v. Islanda, ha confermato la legittimità operativa delle autorità islandesi che non hanno riconosciuto, ad una coppia omosessuale, la genitorialità su un minore nato all’estero a seguito di maternità surrogata senza alcun legame genetico con la coppia;
Secondo la CEDU il suddetto rifiuto di trascrizione non è lesivo né del diritto alla vita famigliare del minore né di quello della coppia ricorrente, poiché non soltanto nel caso di specie è stato comunque garantito dalle autorità islandesi il diritto di cittadinanza al minore, con tutte le conseguenti tutele socio-giuridiche che da ciò discendono, ma perché il divieto di maternità surrogata vigente nell’ordinamento islandese non può essere aggirato.
Per la CEDU il divieto di trascrizione e di maternità surrogata non viola l’ art 8 della Convenzione ed il diritto alla vita privata e famigliare. Peraltro tale divieto risponderebbe alla necessità di proteggere donne che potrebbero subire violenze psicologiche per la surrogazione e quello dei minori a conoscere i genitori biologici
Ciò nonostante ancora oggi alcuni comuni procedono alla trascrizione delle coppie omogenitoriali
Quali urgenti provvedimenti intenda adottare per impedire la trascrizione del rapporto di filiazione tra minore e genitore d’intenzione riconosciuto all’estero