C’era un tempo in cui l’Occidente era sinonimo di forza, di valori, di identità. Non serviva giustificare la nostra esistenza, la nostra cultura o le nostre radici. Eravamo consapevoli di chi eravamo e di cosa rappresentavamo. Oggi, invece, assistiamo a un attacco sistematico contro le nostre radici. Un’aggressione ideologica orchestrata dalla sinistra globalista e dalle sue metastasi culturali: ideologia woke, cancel culture e follia del gender. Non cercano di sconfiggere l’Occidente con le armi, ma di avvelenarlo dall’interno, distruggendone i fondamenti e soffocandone la vitalità.
Roger Scruton ci ha avvertiti che l’Occidente è l’unica civiltà che ha generato il concetto di autocritica, ed è anche l’unica che rischia di autodistruggersi per questo, ed è esattamente ciò che sta accadendo. La sinistra non si limita a mettere in discussione il passato, lo vuole cancellare. Il suo obiettivo è smantellare i pilastri della nostra civiltà per sostituirli con un vuoto culturale riempito da decadenza e nichilismo. Avanti così, e il destino dell’Occidente sarà quello che Oswald Spengler aveva già previsto affermando che ogni civiltà è destinata a tramontare nel momento in cui perde il senso della propria missione.
Václav Havel aveva individuato il problema principale dell’Occidente moderno: non crede più in se stesso. Ed è questa la sfida più grande. Un’Europa che ha smarrito la sua identità, che non sa più riconoscere la propria grandezza, è un’Europa destinata alla sottomissione. Giovanni Paolo II avvertiva che l’Occidente si troverà a dover scegliere tra la cultura della vita e la cultura della morte. Nostro malgrado, oggi vediamo chiaramente quale scelta stia cercando di imporre la sinistra globalista.
Noi conservatori rifiutiamo questa resa. L’Occidente che difendiamo è quello delle radici giudaico-cristiane, della libertà, del coraggio e della fierezza di chi non china il capo. Giorgia Meloni lo ha ribadito con forza: siamo dalla parte della libertà e della civiltà contro chi ci vuole massa informe e senza identità.
Ecco perché il nostro dovere è proteggere l’Occidente autentico, quello che si fonda sulla libertà e sul rispetto delle proprie radici, non quello corrotto dall’ideologia progressista. Oggi vediamo gli effetti di questo assalto: la famiglia è sotto attacco, il concetto di identità viene cancellato, il merito sacrificato sull’altare dell’omologazione. La stessa sinistra che ha sostituito l’orgoglio nazionale con il senso di colpa ora pretende che crediamo che uomini e donne siano solo costrutti sociali. Non è forse questo ciò che Friedrich Nietzsche aveva già annunciato? L’Occidente ha ucciso Dio, e ora deve fare i conti con il nichilismo.
Papa Benedetto XVI, nel celebre discorso di Ratisbona, ci ha ricordato che l’Occidente non può sopravvivere senza le sue radici cristiane. Ci ha messi in guardia dal relativismo culturale e dalla perdita di una ragione illuminata dalla fede, che è stata il fondamento della nostra civiltà, sostenendo che non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio. Le sue parole sono oggi più attuali che mai, perché il nichilismo imposto dalla sinistra è l’ultimo stadio della decadenza di un’Europa che ha dimenticato la sua anima. Eppure, oggi assistiamo a un Occidente che abdica alla ragione e si inginocchia dinnanzi al totem woke.
In quest’ottica, con il discorso pronunciato a Monaco, JD Vance ha ribadito un concetto fondamentale: l’America deve prima di tutto guardare ai propri interessi, ma questo non significa abbandonare i suoi alleati. Tuttavia, l’Europa non può più vivere nell’illusione di essere protetta dagli Stati Uniti senza assumersi le proprie responsabilità. Proprio questo concetto sta alla base dello scontro di venerdì tra Trump e Zelensky, che ha scatenato reazioni opposte, ma solo apparentemente: da una parte la sinistra globalista, che tifa contro la pace e rimpiange l’Unione Sovietica; dall’altra, i filoputiniani, che attaccano l’Occidente dimenticando un fatto semplice semplice: quando il Muro di Berlino fu abbattuto, la gente scappò per venire a ovest. Farebbero tutti bene a chiedersi il perché.
A differenza loro Giorgia Meloni lo sa bene, motivo per cui ha risposto con chiarezza, facendo giustamente notare che ogni divisione dell’Occidente ci rende tutti più deboli e favorisce chi vorrebbe vedere il declino della nostra civiltà. Questa è la vera battaglia: non una guerra fratricida, ma una lotta per preservare l’Occidente dai suoi nemici interni ed esterni.
La guerra futura non sarà tra nazioni, ma tra civiltà, disse Huntington, ed è per questo che la nostra battaglia è culturale prima ancora che politica. L’Occidente che difendiamo noi patrioti al fianco di Giorgia Meloni è quello della libertà, dell’onore e del rispetto della propria storia. Un Occidente non più drogato dal pensiero unico, ma che riprende finalmente coscienza e sceglie di tornare ad essere padrone del proprio destino. Un Occidente che sa di dover essere unito e forte per essere libero.
Come ha spiegato il nostro Presidente del Consiglio nel libro-intervista con Alessandro Sallusti La versione di Giorgia: più dell’America, che legittimamente fa l’America, si dovrebbe riflettere su ciò che ha fatto o non ha fatto l’Europa. È questa la sfida che dobbiamo raccogliere.
È evidente che senza Europa l’Occidente non esista, lo sa benissimo Donald Trump che non a caso ha scelto Giorgia Meloni non come semplice riferimento, ma perché la considera l’unico leader in grado di rifare l’Europa grande partendo proprio dalla riscoperta delle fondamenta che la sinistra ha tentato di distruggere. Esattamente come lui sta facendo negli Stati Uniti.
La storia ha già dimostrato che quando l’Occidente crede in se stesso, nessun nemico può sconfiggerlo. Tocca a noi decidere se essere protagonisti della nostra civiltà o spettatori della sua rovina. Noi patrioti abbiamo già scelto.
Caro Alessandro,
non difendiamo l’indifendibile. Difendere l’indifendibile danneggia la nostra causa ed i nostri valori più che l’ammettere una semplice verità, che non contrasta con le affermazioni dei valori che giustamente hai richiamato: il Sig. Trump è un personaggio banditesco che tratta la politica – la guida del maggior Paese del mondo! – come fosse un trading on line, per essere gentili.
Affermazioni come “l’Ucraina non è stata aggredita”, “Zelenski non vuole la pace” e così via o si dimostra non essere mai state pronunciate, o vengono smentite, o sono quello che sono: vergognose menzogne propalate per qualche immaginario proposito di fare grande l’America, magari tradendo gli amici per allearsi con i nemici.
Facile fare i gradassi con i deboli e accodarsi ai vincenti.
La prossima sarà Taiwan, probabilmente dirà che ha aggredito la Cina.
Naturalmente anche in Italia subito arrivano gli omuncoli imbecilli che fanno eco a tali sparate.
Io non credo che l’America e l’Europa debbano dividersi, credo invece fermamente che l’Occidente debba trovare nei suoi valori, che così bene richiami, le ragioni della sua unità e della sua forza.
Ma questo è un punto di arrivo, al momento abbiamo a che fare con un “scheggia impazzita” che pensa di fare grande l’America con iniziative estemporenee e controproducenti, frutto di ignoranza, presunzione e faciloneria.
Si vis pacem para bellum.
Se vogliamo – come è necesario – l’unità dell’Occidente, non possiamo aver paura del contrasto alle estemporanee e controproducenti iniziative del Sig. Trump.
Giorgia questo coraggio ce l’ha, per fortuna in Europa (Europa, non Unione Europea…) non è sola.
Se l’Europa dimostra forza nella giustizia, anche quel tale oltre oceano cambierà idea e seguirà.
Magari si concentrerà di più sull’annessione del Canada!
Con affetto
Alessandro