Una donna è stata interrogata nella sua abitazione dalla polizia dopo aver criticato su Facebook alcuni esponenti del Partito Laburista per messaggi offensivi scambiati su WhatsApp.
Helen Jones, amministratrice scolastica di 54 anni, aveva pubblicato una serie di post in cui chiedeva le dimissioni di un consigliere coinvolto nello scandalo che ha portato al licenziamento di Andrew Gwynne, ex ministro della Salute.
Nonostante non sia stata accusata di alcun reato, la donna ha raccontato di aver paura di esprimersi sui social media dopo la visita inaspettata di due agenti, avvenuta martedì scorso.
L’intera vicenda ha avuto origine dalla diffusione di un messaggio WhatsApp in cui Gwynne, parlamentare per Gorton e Denton, aveva augurato la morte a un elettore anziano che non avrebbe votato per i laburisti alle imminenti elezioni. Il commento era stato scritto in una chat di gruppo chiamata Trigger Me Timbers e si riferiva a una lettera inviata da una pensionata al consigliere laburista di Stockport, David Sedgwick, per lamentarsi del servizio di raccolta dei rifiuti. Sedgwick avrebbe poi condiviso la lettera nel gruppo.
Dopo l’emergere dello scandalo, Helen Jones ha ribadito più volte che Sedgwick avrebbe dovuto dimettersi dal suo incarico a Heatons North. In uno dei suoi post sul gruppo Facebook 4Heatons Hub, ha scritto: “Speriamo che faccia la cosa giusta e si dimetta. Penso che il suo ego glielo impedirà in qualche modo”. In un altro intervento, dopo aver condiviso screenshot della chat incriminata, ha commentato: “Le cose si mettono male per il consigliere Sedgwick!!!”.
Martedì scorso, intorno alle 13:30, due agenti in borghese si sono recati a casa della signora Jones a Stockport. Non trovandola, hanno parlato con suo marito tramite interfono. Preoccupata, la donna è rientrata velocemente, temendo un’emergenza familiare.
Poco dopo, ha ricevuto una telefonata da un agente che, a quanto pare, era lo stesso che si era presentato alla sua porta. L’ufficiale le ha comunicato che la polizia aveva ricevuto una denuncia riguardante i suoi post sui social media.
Parlando con il Mail on Sunday, la Jones ha descritto l’esperienza come “abbastanza spaventosa”, aggiungendo: “Mi ha fatto pensare che sia meglio tacere per sempre, perché oggi non si può più dire nulla”.
Ha raccontato di aver chiesto agli agenti se avesse infranto la legge e perché fossero venuti a casa sua. “Mi hanno detto che qualcuno aveva segnalato i miei post. Ho chiesto: ‘Se continuo a scrivere quello che sto scrivendo, commetterò un reato?’ e mi hanno risposto di no. Ho chiesto allora cosa avrebbero fatto al riguardo, e mi hanno detto che stavano solo dando un consiglio”.
Jones ha anche sollevato dubbi sulle tempistiche dell’intervento, evidenziando come la polizia si sia presentata rapidamente per una segnalazione legata ai social, mentre, secondo i suoi vicini, denunce su reati più gravi spesso non riceverebbero la stessa sollecitudine.
Un portavoce della polizia di Manchester ha dichiarato: “Abbiamo parlato con la donna per sei minuti per informarla della segnalazione di molestie e rispondere alle sue domande. Non sono necessarie ulteriori azioni, poiché non è stato commesso alcun reato. Il nostro compito è notificare alla persona interessata che è stata presentata una denuncia nei suoi confronti”.
Ha inoltre aggiunto che, data la crescente minaccia contro i consiglieri locali, è importante valutare tutte le segnalazioni ricevute. “Oggi gli agenti hanno effettuato 203 arresti per reati quali aggressione, furto con scasso e stupro. Il tempo impiegato per questa segnalazione è stato compatibile con la gestione delle altre priorità”.
L’episodio riaccende il dibattito sugli episodi di incitamento all’odio non criminale (NCHI), una questione sollevata dalla giornalista del Telegraph Allison Pearson.
La polemica su questi episodi si era intensificata lo scorso anno, quando Pearson era stata indagata per un presunto crimine d’odio a seguito di un tweet sulla gestione della polizia. Il caso era poi stato archiviato, ma inizialmente la giornalista aveva creduto di essere segnalata per un NCHI.
Gli NCHI furono introdotti in seguito all’omicidio razzista di Stephen Lawrence con l’obiettivo di monitorare situazioni potenzialmente dannose, ma negli anni sono stati spesso utilizzati per segnalazioni di minore rilevanza. Nel solo anno fino a giugno 2024, la polizia ha registrato oltre 13.000 casi di questo tipo.
Secondo il College of Policing, un NCHI è qualsiasi incidente in cui non sia stato commesso un reato, ma che venga percepito come motivato da ostilità o pregiudizio.