Gioventù Nazionale, movimento giovanile di Fratelli d’Italia, ha contestato, stamane, con un flash mob la presenza di Tomaso Montanari alla Biblioteca Lazzerini di Prato. Il rettore dell’Università degli stranieri di Siena, da giorni al centro delle polemiche per le sue affermazioni negazioniste sulle Foibe, è stato invitato dalle istituzioni locali a parlare come relatore nell’ambito di un convengo sulla “cultura come vaccino contro il fascismo”.
“L’unico vaccino che conosciamo per una cultura davvero libera – dichiarano Chiara La Porta, vicepresidente nazionale, e Gabriele Sgueglia, presidente regionale di Gioventù Nazionale – sarebbe quello di affrancarla dai cattivi maestri come Montanari. Da coloro, ossia, che la vogliono ridurre a pensiero unico, disconoscendo e minimizzando eventi storici solo perché contrari al loro punto di vista. Questo purtroppo è ancora oggi il tipico modus operandi di una certa “intellighenzia” di Sinistra che ha monopolizzato le accademie e le università riducendole a platee per i propri sermoni di indottrinamento politico piuttosto che in luoghi di serio dibattito e sano confronto”.
“Da un soggetto che ha minimizzato se non proprio negato proseguono La Porta e Sgueglia- la tragedia delle Foibe, definendo la legge istitutiva della giornata del ricordo “una falsificazione”, non abbiamo proprio nulla da imparare sul tema della cultura come libertà da qualcosa. Anzi, ci stupisce moltissimo che Comune e Provincia di Prato abbiano ritenuto opportuno confermarne l’invito dopo le sue recenti esternazioni. Non possiamo fare a meno di notare infatti che, con le sue dichiarazioni estremiste, il signor Montanari ha alimentato e sta alimentando lo stesso clima di violenza, contro cui stamani, a detta degli organizzatori, dovrebbe intervenire”.
“Banalizzare le Foibe sulla base del presupposto che “in fondo si trattava solo di fascisti” – concludono gli esponenti di Gioventù nazionale- è sempre stata la carta con cui una certa Sinistra ha tentato di giustificare episodi di bieca violenza avvenuti in quei territori, come l’uccisione di Norma Cossetto, una ragazzina torturata e stuprata in gruppo da partigiani titini. Seguire, oggi, queste farneticazioni significa, inoltre, spostare indietro le lancette della storia del nostro Paese, finendo per legittimare, in qualche modo, possibili comportamenti violenti contro quelli che, di volta in volta, vengono additati dai vari Montanari di turno come “pericoli fascisti”. Uno spauracchio quest’ultimo oggi molto più presunto che reale, sotto il quale finiscono per essere catalogati, indistintamente, tutti i movimenti e i partiti diversi da quelli di Sinistra”.