In vista delle elezioni europee del 26 maggio 2019, abbiamo sentito Nicola Procaccini, sindaco di Terracina e candidato di Fratelli d’Italia nella circoscrizione Italia Centrale (Toscana, Umbria, Marche e Lazio), per il rinnovo del Parlamento UE.
Nicola Procaccini, da europarlamentare, quali saranno le prime iniziative che intende adottare? Quali sono i punti dove si può e si deve intervenire immediatamente?
Fratelli d’Italia si presenta agli elettori con un programma ben preciso, centrato sulla promozione e la difesa degli interessi della nostra Nazione per far sì che l’Italia torni a essere rispettata in Europa. Tra i punti qualificanti sui quali si concentrerà l’impegno dei parlamentari europei di Fdi, un piano per dire basta all’austerità attraverso investimenti pubblici per la crescita e lo sviluppo, la riduzione delle tasse e della burocrazia, un sostegno alle aziende che operano e assumono in Italia per difendere il lavoro italiano e per creare occupazione, la revisione delle regole bancarie europee affinché il sistema sia davvero uno strumento di sostegno alle imprese e alle famiglie e non al servizio della finanza speculativa, la difesa del Made in Italy dalla concorrenza sleale, supporto alla famiglia e alla natalità riportandole in cima alle priorità del bilancio europeo, un contrasto serio all’immigrazione illegale, la difesa dei confini. Se il 26 maggio dovessi essere eletto al parlamento europeo, mi impegnerei da subito su alcuni fronti: il sostegno alla famiglia e la difesa del Made in Italy su tutto, e poi, da sindaco di una città di mare come Terracina, non potrei che battermi con forza anche per la difesa dei balneari dalla direttiva Bolkestein: imprese locali che da decenni si sono prese cura delle nostre spiagge e che oggi sono minacciate da questa follia.
Da sindaco di Terracina ha lavorato a una riqualificazione del territorio apprezzata da tutti. Come pensa di impiegare le sue esperienze da amministratore locale nel Parlamento europeo?
Penso che gli amministratori locali siano dei combattenti di trincea nella vita di tutti i giorni, soprattutto in Italia dove hanno lavorato per anni senza poter superare il rapporto deficit/pil pur avendo i conti in ordine. Hanno lavorato bene con una disponibilità economica molto ridotta rispettando comunque tutti i cosiddetti parametri imposti dall’Europa in scala. In sostanza si sono rivelati più virtuosi del Lussemburgo, della Germania e di tutto il Nord Europa messo insieme! A Terracina, quando sono stato eletto sindaco la prima volta, ho addirittura trovato un dissesto finanziario da 110 milioni di euro, una cifra monstre, ma ci siamo rimboccati le maniche e in soli 7 anni abbiamo pagato tutti i debiti, diventando un modello e dando l’esempio di come si possa risanare un bilancio senza affamare la comunità cittadina, senza che a pagare siano gli ultimi, senza abbandonare al degrado e all’incuria la città pur di risanare i conti pubblici come ad esempio è avvenuto e avviene ancora oggi a Roma. Credo che a Terracina ci sia un modello su cui perfino Juncker potrebbe studiare e scrivere una tesi di dottorato.
Sui media mainstream è diffusa la semplificazione che essere di destra, oggi, voglia dire essere drasticamente contro l’Europa. Può spiegare qual è la sua visione dell’Europa? Qual è la Ue che sognate lei e il suo partito?
La destra non ha niente da imparare quanto a europeismo. Fu proprio Giorgio Almirante a preconizzare l’Europa che sarebbe dovuta essere e che, purtroppo, non è: “La destra o è Europa o non è. E vi dico di più. O l’Europa va a destra o non si fa!”. Previsione quanto mai veritiera. Come sostiene Giorgia Meloni, non vogliamo gli Stati uniti d’Europa, bensì una Confederazione di Stati Sovrani, liberi di scegliere le politiche di sviluppo e fiscali più idonee alle proprie peculiarità e vocazioni, ma uniti per la politica estera, la difesa dei confini e pronta a porsi come corpo unico per confrontarsi con le potenze economiche extraeuropee. Perfino Philippe Daverio, candidato di +Europa di Emma Bonino, ha definito l’UE una cosca franco-tedesca amministrata da affaristi lussemburghesi effigiati da Juncker, marchiato con un appellativo che non voglio ripetere perchè gli insulti non mi appartengono. Il nostro obiettivo è costruire l’Europa dei popoli, delle patrie sovrane, delle identità culturali e tradizionali. Per fare questo l’Europa si riappropri delle radici cristiane che hanno canonizzato la civiltà europea e occidentale e le inserisca immediatamente nella sua Costituzione. Aver rinunciato alla propria identità rappresenta il “peccato originale”. L’appuntamento di maggio ha un significato che travalica enormemente la solita cifra politica. Si tratta di rispondere a una chiamata, di reagire a tutti quei poteri economici e finanziari che hanno piegato interi popoli ai loro miseri interessi di potere. Si tratta di restituire dignità, sovranità e forza alle Nazioni affinché tornino ad autodeterminarsi, senza più sottostare ai vincoli e ai diktat imposti dai tifosi dell’austerità. Solo così può rinascere l’Europa.
La sensazione diffusa tra la gente comune è che le decisioni prese a Strasburgo non tocchino la quotidianità. Può spiegare perché votare alle Europee è importante per un cittadino italiano, soprattutto oggi?
Esattamente per cambiare questa percezione. Finora Strasburgo è stato il laboratorio di leggi, spesso anche abbastanza incongrue quando non addirittura ridicole, da sottoporre a un esecutivo potente e un po’ tirannico. Quelle del 26 maggio saranno le elezioni in cui i cittadini daranno mandato ai politici patrioti di riscrivere la cornice delle regole di tutta l’Europa, e a Strasburgo ci auspichiamo che ci sia una maggioranza conservatrice e sovranista, patriottica in senso lato, che dia mandato a una nuova Commissione di seguire finalmente quelle che saranno le linee di indirizzo di un Parlamento Europeo rispettoso delle sovranità.
Chi voterà Fratelli d’Italia scrivendo il suo nome il 26 maggio cosa potrà aspettarsi da lei a dal suo partito all’indomani del voto?
Innanzi tutto più Fratelli d’Italia in Europa significa dare maggiore forza a un fronte continentale patriottico, centrato come dicevo sull’idea di una Europa unita di popoli sovrani. Rispetto all’Italia significa accorciare la vita politica di una maggioranza e di un governo sconclusionati. Significa ridare agli italiani la possibilità di essere governati da quelli che in fondo si erano scelti con larga maggioranza il 4 marzo 2018. Significa dunque ridare agli italiani una prospettiva che rispecchia il sentire profondo dell’Italia. Chi scriverà Procaccini sulla scheda, si troverà in Europa una persona giovane e appassionata, che porterà con sé un’esperienza di militanza e di amministrazione, pronta a battersi per promuovere e tutelare gli interessi dell’Italia e del suo territorio. Difendendoli lì dove oggi si prendono decisioni vincolanti per il futuro delle nostre generazioni.