Scatta oggi lo stop per tutti i lavoratori over 50 senza Green Pass, e il rischio dietro l’angolo
è un pesante blocco delle attività economiche e produttive, ma anche dello sviluppo dei
progetti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: a denunciarlo oggi, nel corso della
discussione sulla programmazione regionale sul Fondo Sociale Europeo nella seduta del
pomeriggio del Consiglio Regionale, il capogruppo di Fratelli d’Italia Raffaele Speranzon.
“Le stime parlano di circa 120mila veneti con più di 50 anni che, da oggi, non possono più
lavorare; non possono dare alcun contributo alla competitività delle proprie aziende
perché il Governo Draghi impedisce alle loro competenze e professionalità di essere messe
al servizio del mondo della produzione, e questo è indecente. È un attacco al diritto al
lavoro, ma è anche una ferita durissima al mondo economico in un momento in cui è
fondamentale poter contare su tutta la forza lavoro possibile per affrontare la ripresa; non
sono solo io a pensarlo, ma sono numerose le associazioni di categoria del nostro territorio
che hanno segnalato queste enormi difficoltà a seguito di un provvedimento che entra in
vigore proprio quando la quarta ondata Covid è in fase di attenuazione. È l’ennesimo atto
di centralizzazione di un Governo, come dimostrato anche nella redazione del PNRR, al
contrario di quanto ha fatto ad esempio la Regione Veneto con la programmazione in
discussione oggi nata dal confronto con il territorio e con le realtà economiche e sociali
venete”, sottolinea Speranzon.
Ma non c’è solo il settore privato in affanno: “Abbiamo visto grandi crisi aziendali, con
stabilimenti a rischio chiusura e il pericolo di perdere competenze e professionalità
cresciute negli anni a causa della pressione fiscale elevate e dell’alto costo del lavoro, ma
stiamo anche per entrare in un quadriennio, quello che ci porterà al 2026, entro il quale
dovremo realizzare le opere e le infrastrutture previste dal PNRR. Se i comuni, gli enti
locali, non potranno contare sul personale d’esperienza, o se i liberi professionisti e le
partite iva non potranno lavorare, come pensiamo di poter portare a conclusione tutte le
progettazioni e i cantieri entro i tempi richiesti? È necessario quindi rivedere al più presto
questo provvedimento”.
La stoccata finale di Speranzon è diretta al Governo e a una delle sue bandiere, il Reddito
di Cittadinanza: “Abbiamo capito che a questo governo non piace chi lavora e chi produce.
Continuiamo a pagare l’infelice e fallimentare Reddito di Cittadinanza alle persone per non
lavorare, lasciamo a casa centinaia di migliaia di lavoratori con esperienza e professionalità
discriminati dal Green Pass, mentre le nostre aziende si trovano sguarnite di lavoratori e
vedono miliardi di euro sperperati nel reddito di cittadinanza anziché in sostegni ai costi impazziti del caro-energia e in politiche di sviluppo e sostegno alla produttività e al lavoro.
La strada maestra deve portarci a rendere più facile cercare e trovare lavoro, deve formare
competenze con la formazione continua, e la programmazione del Fondo Sociale Europeo
proposta dalla Regione va proprio in questo senso; servono certo iniziative assistenziali, ma
non certo il “metadone di Stato” del Reddito di Cittadinanza. Le istituzioni hanno l’obbligo
di aiutare le persone ad inserirsi nel mondo del lavoro e uscire dalla loro condizione di
povertà”.