Teresa tenta l’impossibile: l’accordo con il nemico Corbyn

Teresa prova l’ennesima “capriola” pur di arrivare a una soluzione del problema che ha caratterizzato tutta la sua presidenza: la Brexit, che la maggioranza sosteneva di volere a tutti i costi e che ora sembra essere il boccone piò amaro che parlamento possa digerire.
Teresa vorrebbe dal parlamento di Bruxelles “una breve ulteriore estensione” del rinvio della data d’uscita dall’Ue, e da quello inglese uno sforzo condiviso per arrivare a una Brexit con un accordo che andrebbe tutto a favore della nazione. Da qui, ecco il primo ministro inglese venire allo scoperto e chiedere una mano tesa direttamente all’avversario Corbyn – che tante volte ha umiliato – a fronte di una Brexit “più tenera”, come l’ha definita lei stessa.
In una breve dichiarazione televisiva arrivata direttamente dall’interno del n.10 di Downing Street, dopo un primo incontro di sette ore, la May ha affermato che avrebbe avuto un colloquio con Corbyn per raggiungere un accordo che poi risulti vincolante per entrambi al momento dell’eventuale voto. Se l’accordo con il leader laburista fosse possibile, ha detto la May, il piano d’uscita potrebbe trovare una strada più scorrevole in parlamento, con il governo che ovviamente si accollerebbe l’onere di attenersi a qualsiasi idea sostenga l’accordo stesso, fosse anche in non totale sintonia con quanto espresso fino a ora. Ciò richiederebbe un’ulteriore estensione dell’art. 50, ha affermato la May, aggiungendo che in ogni caso non c’è l’intenzione di andare oltre il 22 maggio prossimo, per evitare così al Regno Unito la farsesca situazione di dover prendere parte alle elezioni europee il giorno prima di andarsene dall’Europa. Cosa che comporterebbe non solo inutili e consistenti costi ma anche il ludibrio di mezzo mondo. E si sa, un suddito di sua Maestà può anche accettare il default, ma non accetterà mai il ridicolo.
“Questo è un momento difficile per tutti”, ha detto la May. “Sull’argomento le passioni sono forti in entrambi gli schieramenti, ma possiamo e dobbiamo trovare i compromessi per conseguire il meglio possibile ciò che il popolo britannico ha votato”. A questo punto è evidente che la May stia indicando una forma più morbida di Brexit. E’ chiaro comunque che non si sosterrà nessun piano senza l’adesione all’unione doganale, e un ballottaggio in parlamento potrebbe portare dopo la Brexit a mantenere comunque legami più stretti nell’Unione europea. In tutto questo potrebbe essere interessante vedere quale sarà la reazione dei ministri più rigidi del gabinetto di maggio. Un deputato conservatore favorevole alla Brexit, ha detto a un noto quotidiano inglese che il piano ha dimostrato ancora una volta “la mancanza di leadership e l’incapacità di prendere una decisione.”
Come si ricorderà, il piano di Brexit del governo May è stato respinto dalla Camera dei Comuni per tre volte, e due tentativi dei parlamenti di trovare strade alternative all’opzione di base, sono finiti entrambi in un nulla di fatto.
Da parte sua, la premier ha detto che gli interminabili rinvii e i ritardi continui sono quello che fa più danno alla politica Brexit del governo, anche se ha contestualmente elogiato i tanti sforzi dei suoi parlamentari per trovare una soluzione anche a scapito della celerità dei lavori perché “è da escludere una partenza senza accordo”. La May ha anche elogiato “i migliori sforzi dei parlamentari” per trovare una soluzione, una frase in contrasto con sue precedenti affermazioni in cui sembrava incolpare dell’impasse proprio il parlamento. Ha detto Teresa: “Oggi mi sto attivando per spezzare l’impasse: mi sto offrendo per sedermi con il leader dell’opposizione e per cercare di concordare un piano in cui entrambi dovremmo attenerci, per assicurarci di lasciare l’Unione europea nel modo migliore per tutti. Soprattutto per il Regno Unito .”

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RK Montanari
RK Montanarihttps://www.lavocedelpatriota.it
Viaggiatrice instancabile, appassionata di fantasy, innamorata della sua Italia.

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