Ucraina, Terzi (FdI): sostegno compatto e convinto per proroga invio armi

Nella discussione in aula del Senato sul decreto per la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina il senatore di Fratelli d’Italia Giulio Terzi è intervenuto per sottolineare l’importanza di “un passo che il Parlamento, nell’interesse della sicurezza della nostra nazione, deve sostenere nella forma più compatta e convinta.”

Ricordando l’imminente Giornata della Memoria, il 27 gennaio, Terzi ha evidenziato come le mostruose sofferenze subite dal popolo ebraico siano state inflitte da un’ideologia razzista e totalitaria che proclamava l’eliminazione sistematica di uomini e donne definiti da papa Giovanni Paolo II “i nostri fratelli maggiori” in un’Europa che oggi vede ancora una volta un’aggressione genocidaria, quella contro l’Ucraina per mano della Russia. “Russia di Putin che – ha dichiarato Terzi – è alleata sul piano politico, militare, strategico e propagandistico del più temibile fautore dell’attacco genocidario del 7 ottobre scorso contro la nazione e lo Stato di Israele. Sto parlando della Repubblica islamica iraniana, del regime teocratico di Teheran.”

“C’è un collegamento strettissimo tra la responsabilità iraniana e la responsabilità russa in ciò che è avvenuto il 7 ottobre scorso. E questo uso spietato della forza contro civili indifesi, donne e bambini sono normalità per gli iraniani, per Hamas diretti da Teheran contro Israele, così come per le forze russe in Ucraina. Il collegamento tra Teheran e Mosca nello sviluppare nuovi missili, droni e capacità militari. Perciò – ha aggiunto Terzi – difendere l’Ucraina significa difendere anche la nostra consapevolezza dell’Olocausto che c’è stato e di quello che vogliamo assolutamente evitare”. Terzi ha inoltre ricordato come il Ministro degli Esteri britannico Cameron abbia stigmatizzato la politica di appeasement che fu adottata con Hitler, affermando che con essa non è possibile ottenere né un’Ucraina forte né un processo di pace, poiché il tentativo di compiacere l’aggressore produce più aggressione. “Sempre a Davos – ha proseguito Terzi – il Ministro degli Esteri polacco, Radoslaw Sikorski, ha detto: ‘Se una donna viene violentata, non dobbiamo certo dirle di non aggravare la situazione e di negoziare’. È chiaro che sia opportuno intervenire.”

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