Usa e Ucraina hanno raggiunto un’intesa e la Russia che pensa di fare?

Si può dire che il brutto scontro verbale fra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e i leader americani Donald Trump e JD Vance, consumatosi lo scorso 28 febbraio fra le pareti dello Studio Ovale, sia ormai da considerarsi archiviato. L’incontro di Gedda, ospitato e mediato dall’Arabia Saudita, si è concluso nel migliore dei modi e ha prodotto un esito che è persino andato oltre alle più rosee aspettative. Bisogna sottolineare come entrambe le parti, Stati Uniti e Ucraina, già puntassero molto sulla riuscita del faccia a faccia riparatore in terra saudita. Infatti, le delegazioni dei due Paesi erano di alto livello, con il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e il segretario di Stato Marco Rubio per gli USA, e il capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak e i ministri di Difesa ed Esteri Rustem Umerov e Andriy Sybiga per l’Ucraina.

Washington e Kiev hanno sottoscritto un pacchetto che comprende lo sfruttamento delle cosiddette terre rare sul suolo ucraino e la ripresa immediata sia degli aiuti militari americani per l’Ucraina che della condivisione di informazioni di intelligence fra gli Stati Uniti e l’ex Repubblica sovietica. Americani e ucraini concordano per una tregua della guerra di 30 giorni, che può essere prorogata e che soprattutto può costituire l’inizio di un vero processo di pace, aperto anche, come hanno convenuto i partecipanti al vertice saudita, al Regno Unito e all’Europa. Del resto, finché le armi non tacciono diventa difficile aprire un qualsivoglia negoziato. Gli USA e l’Ucraina hanno compiuto un importante passo nella direzione della pace, ma la tregua di 30 giorni, per entrare in vigore, ha naturalmente bisogno della simultanea approvazione da parte della Russia. Ora, come hanno ricordato sia Rubio e il presidente Trump che la nostra premier Giorgia Meloni, la palla è fra le mani di Vladimir Putin. Si vedrà molto presto se il Cremlino è davvero pronto per la pace oppure se intende continuare ad aggredire l’Ucraina addossando poi le colpe della guerra ai “nazisti” di Kiev.

Zelensky a Gedda si è dimostrato pronto per la pace e Putin riuscirà a fare altrettanto? Donald Trump ha detto di sperare che la Russia accetti quanto concordato in Arabia Saudita fra USA e Ucraina, e, francamente, confidiamo tutti in tale epilogo perché questa guerra deve finire al più presto, va da sé, con una pace duratura che non sia una umiliazione per il Paese aggredito, cioè, l’Ucraina. I primi segnali giunti da Mosca, bisogna dirlo, non sono granché incoraggianti. Subito dopo l’accordo di Gedda la Federazione russa ha attaccato Kiev, Kharkiv e Sumy con una buona quantità di droni e le reazioni dinanzi alla possibile tregua di due esponenti russi come la portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova e il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov sono state piuttosto fredde. Peskov invita, (sic!), a non correre troppo. L’inviato di Trump dovrebbe recarsi presto a Mosca e sono in previsione una telefonata fra Donald Trump e Vladimir Putin, e diversi incontri di delegazioni americane e russe. Si spera che il pressing di Washington ottenga buoni risultati, ma se la Russia dovesse decidere di ignorare il grande passo compiuto a Gedda, non rimarrebbe altro che quelle azioni forti auspicate da Zelensky e promesse da Trump, in particolare a livello finanziario. 

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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