Arera e il “colpo di mano” sulle bollette: Fratelli d’Italia insorge

Un’ombra si allunga sulle bollette degli italiani. Mentre il governo guidato da Giorgia Meloni stanzia 3 miliardi con il decreto bollette per mitigare il caro energia, Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, ha approvato una delibera che rischia di vanificare questi sforzi. Con una decisione presa in una riunione straordinaria, a poche settimane dalla scadenza del mandato del presidente Stefano Besseghini, l’ente ha cambiato il parametro di riferimento per l’adeguamento delle tariffe energetiche all’inflazione, passando dopo 20 anni al nuovo indice Ipca. Il risultato? Un possibile aumento dei costi: circa 200 milioni di euro nel 2025 e fino a 1,2 miliardi nel 2026, secondo quanto riportato da La Verità (29 marzo 2025).

Fratelli d’Italia non ci sta. Riccardo Zucconi, deputato e responsabile Energia del partito, ha definito la mossa un “colpo di mano”, sottolineando che “un’Autorità in scadenza non doveva farlo” (La Verità, 29 marzo 2025). Per Zucconi, la scelta di Arera è tanto più grave perché arriva mentre il Parlamento è impegnato a convertire in legge il decreto bollette, un provvedimento che dimostra l’impegno del governo per proteggere le famiglie italiane. “Il governo ha investito risorse pubbliche per mitigare il costo delle bollette,” ha dichiarato Zucconi alla stessa testata, “ma il meccanismo che stanno instaurando andrà a impattare in futuro. Non c’era urgenza di procedere in questo senso.”

Il testo della delibera, come spiegato da La Verità, cambia il riferimento per la rivalutazione degli investimenti infrastrutturali energetici, adottando l’Ipca al posto di un indice invariato da vent’anni. Secondo Arera, il vecchio sistema avrebbe garantito un risparmio dello 0,2%, mentre il nuovo provocherà un aumento dell’1,1%. Besseghini, in un’audizione alla Camera del 13 marzo 2025, ha minimizzato l’impatto, parlando di “un euro l’anno per consumatore” per la “famiglia tipo” (Repubblica, 13 marzo 2025). Ma gli esperti citati da La Verità smentiscono: si tratterebbe di 1 euro sull’elettrico e altri 4 euro sul gas, con un impatto reale ben più alto, soprattutto per chi supera i 3 kW/h di consumo, ossia la maggior parte degli italiani.

La protesta di Fdi si è fatta sentire anche oltre. In un comunicato ufficiale del 28 marzo 2025, il partito ha definito la delibera “un’ingerenza inaccettabile”, chiedendo una revisione e un intervento del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Augusta Montaruli, deputata di Fdi, ha rincarato la dose su Libero (29 marzo 2025), parlando di “un atto di arroganza istituzionale” da parte di un’autorità che dovrebbe rispondere ai cittadini, non agire sopra le loro teste. Sullo stesso tema, il capogruppo alla Camera Tommaso Foti, in una conferenza stampa del 29 marzo, ha promesso un’audizione urgente di Besseghini in Commissione Attività Produttive, dichiarando: “Non resteremo a guardare”.

La reazione di Fratelli d’Italia trova eco anche sui social. Zucconi, su X, ha scritto: “Arera decide aumenti in bolletta mentre il governo stanzia miliardi per aiutare le famiglie. Un sabotaggio che non possiamo tollerare” (@RiccardoZucconiFdi, 29 marzo 2025). Persino Giorgia Meloni, pur senza citare direttamente Arera, ha twittato: “Lavoriamo per proteggere gli italiani dal caro energia, non accetteremo decisioni che vanificano i nostri sforzi” (@GiorgiaMeloni, 30 marzo 2025).

La vicenda solleva una questione di principio: può un’autorità tecnica, a fine mandato, prendere decisioni così pesanti senza un confronto chiaro con il governo eletto? Per Fdi, la risposta è no. Mentre il Parlamento aveva sollecitato Arera a sospendere una scelta non urgente, come riportato da La Verità, l’ente è andato avanti, lasciando gli italiani a fare i conti con un futuro di bollette più salate. Un miliardo di euro nel 2026 non è un tecnicismo, ma un peso reale sulle spalle di famiglie e imprese. Fratelli d’Italia lo sa e non intende lasciar correre.

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