Oggi 26 giugno è la Giornata mondiale contro l’uso ed il traffico di droga, argomento molto delicato che necessita di un intervento efficace e tempestivo. La tossicodipendenza continua ad essere una grossa piaga per la salute pubblica con dati alquanto allarmanti: ogni 26 ore muore una persona per overdose. La sostanza più utilizzata nel mondo, in Europa e in Italia è la cannabis, a cui segue la cocaina, che è la più utilizzata tra le persone prese in carico dalle comunità ed è spesso associata all’abuso di alcolici.
Le Istituzioni dovrebbero scendere in campo con un imponente piano di contrasto e prevenzione, soprattutto perché si abbassa sempre di più l’età del primo contatto con la droga. I giovani si avvicinano in particolar modo alle nuove sostanze psicoattive che spesso sono sintetiche e sconosciute, motivo per cui l’overdose da queste sostanze è più tossica e difficile da trattare. Mentre il Governo si preoccupa di legalizzare le droghe leggere, nonostante la crisi economica che dovrebbe avere la priorità, sia i servizi che le comunità di recupero e sensibilizzazione sono state completamente abbandonate durante il lock-down. Il Covid-19 ha avuto un grande impatto sul fenomeno: nonostante ci siano stati dei rallentamenti della catena di approvvigionamento al dettaglio, sono arrivati comunque grossi carichi. I prezzi sono saliti e le droghe sono state tagliate con sostanze mai utilizzate e improvvisate, aumentando così esponenzialmente il rischio di overdose e morte. Si è registrato inoltre un boom dell’acquisto di droghe online tramite il web e il dark web. Questa “modernizzazione” delle modalità classiche per reperire tali sostanze potrebbe diventare permanente, anche dopo la ripresa delle normali abitudini post pandemia, aumentando ulteriormente la diffusione e l’incontrollabilità del fenomeno. È fondamentale riuscire ad adottare delle misure funzionali prima che sia troppo tardi.