Covid, Astrazeneca ritira il suo vaccino dal mercato pochi giorni dopo l’ammissione degli effetti avversi

Il vaccino Astrazeneca non è più sul mercato. L’azienda farmaceutica anglo-svedese ha deciso infatti di ritirare l’autorizzazione nell’Unione europea. Una notizia annunciata dalla stessa Astrazeneca, riportata dal Telegraph e giustificata come una scelta puramente commerciale. In Inghilterra, ad esempio, il vaccino non viene utilizzato dai primi mesi del 2021 e ora, non sembra esserci più spazio per Astrazeneca, che ha spiegato tramite una nota ufficiale: “Poiché da allora [dall’inizio della pandemia, n.d.r.] sono state sviluppate molteplici varianti di vaccini Covid-19, c’è un surplus di vaccini aggiornati disponibili. Ciò ha portato a un calo della domanda di Vaxzevria [il nome del vaccino, n.d.r.], che non viene più prodotto né fornito. AstraZeneca ha quindi deciso di avviare il ritiro delle autorizzazioni all’immissione in commercio per Vaxzevria in Europa”. In seguito, come annunciato da Astrazeneca, si provvederà al ritiro del vaccino dal commercio anche in altri Paesi, come il Regno Unito.

Ragioni commerciali?

Per l’azienda farmaceutica, dunque, si tratta di ragioni puramente commerciali. Tuttavia, bisogna notare come la notizia del ritiro dal commercio di Vaxzevria arrivi pochi giorni dopo la prima (e, se vogliamo storica) ammissione da parte di Astrazeneca che il suo vaccino può provocare lesioni gravi. È successo nel corso dell’azione legale collettiva contro l’azienda farmaceutica partita da vittime e loro familiari di effetti avversi. La prima richiesta fu presentata nel 2023 da Jamie Scott, colpito da un’emorragia celebrare alcune ore dopo la vaccinazione. Ad oggi, secondo il Telegraph, sono 51 le richieste di risarcimento verso Astrazeneca, per un totale di 125 milioni di dollari. L’effetto grave di cui la stessa azienda ha ammesso la possibilità è la TTS, una sindrome da trombosi con trombocitopenia, senza però conoscere le sue possibili cause. Ecco, secondo Astrazeneca è pura coincidenza se la decisione di ritiro dal commercio di Vaxzevria è arrivata pochi giorni dopo l‘ammissione di suoi possibili effetti gravi e permanenti. A pensar male si fa peccato, ma i più maliziosi avranno già trovato una correlazione tra i due fatti.

Camilla moriva, Speranza glissava

E proprio mentre Astrazeneca ammetteva di fatto la fallibilità del suo vaccino, dalle colonne de La Verità di ieri spuntavano delle nuove ricostruzione sulle pressioni dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza del governo Conte bis e del Governo Draghi, proprio negli anni della pandemia. In Italia e in tutta Europa (non in tutto il mondo, perché gli Stati Uniti non le hanno mai concesso l’autorizzazione) gli effetti del vaccino di Astrazeneca mietevano le loro vittime, parecchi giovani e giovanissimi nonostante fosse raccomandato per gli over sessanta. Ma Speranza continuava imperterrito, a oltranza, a difendere un vaccino che, con il senno di poi, è stato alquanto fallimentare e il suo ritiro dal commercio lo dimostra. Forse, negli anni della pandemia, sarebbe bastato un po’ più di cautela: cautela nel somministrare delle dosi di vaccino ancora in via sperimentale su una così vasta fetta di popolazione, includendo anche i più giovani. Ci si è chiesti spesso all’interno del Comitato Tecnico Scientifico, secondo le ricostruzione de La Verità, che senso avesse vaccinare anche dei diciottenni, che non subivano gli effetti del covid, non certo quelli più pesanti e spesso fatali. Mentre si discuteva sulla linea da seguire, la pandemia, nell’estate del 2021, aveva raggiunto il suo minimo storico in Italia e per un giovane sarebbe stato più pericoloso vaccinarsi che infettarsi. Ma la 18enne Camilla Canepa si presentò al vaccination day sotto le pressioni di una pungente campagna mediatica: Camilla resterà colpita da una trombosi cerebrale associata a piastrinopenia, proprio quell’effetto avverso riconosciuto giorni fa da Astrazeneca, andrà in coma e morirà. Ma nel frattempo, nel CTS, Speranza cercava il modo per non creare allarmismi sul vaccino. Sta di fatto che né Speranza, né il vaccino Astrazeneca ci mancheranno, ma Camilla sì.

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