“La chiusura dei confini comunali a Natale e Capodanno è una discriminazione verso le aree periferiche e montane. Il governo riveda la norma e l’ambito d’azione, magari estendendolo a livello provinciale”.
Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, coordinatore regionale di FdI in Veneto.
“Infatti, se è comprensibile l’esigenza di limitare gli assembramenti, per quale ragione bisogna considerare un potenziale rischio lo spostamento tra Zoppè di Cadore e Val di Zoldo, o tra Cibiana di Cadore e Valle di Cadore? Ci sono molte più occasioni di contagio nell’attraversare metropoli come Roma, Milano o Firenze. Ciononostante dentro queste realtà i cittadini potranno spostarsi tranquillamente e avere occasioni di svago e accedere ai servizi, con conseguente rischio per la salute. E tutto questo mentre i 229 abitanti di Zoppè non potranno muoversi dal loro territorio. Perciò ritengo ci si tratti di una norma incomprensibile, scritta senza concertazione con gli enti locali, il cui unico senso è quello di discriminare i piccoli Comuni e le aree periferiche e montane, peraltro composte da comunità in stretta relazione tra loro. Senza considerare le ricadute paradossali di questa misura per i ristoranti. Infatti, questi a Natale potranno restare aperti, ma naturalmente soltanto con clienti del territorio comunale. Ecco, se questo nelle grandi città può andare bene, invece per chi lavora in piccoli Comuni e paga le tasse come gli altri è una presa in giro. Il governo, quindi, cambi al più presto la norma, evitando di legare il blocco degli spostamenti all’ambito comunale” conclude il senatore De Carlo.