Domenico Arcuri, l’ex Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 nel governo Conte bis, è stato il protagonista indiscusso della disastrosa gestione della pandemia. Come ha scritto Giorgia Meloni, si tratta di «un signore che ha speso malissimo i soldi degli italiani destinati all’emergenza, che ha perso mesi nella progettazione delle inutili e costosissime primule invece di organizzare una efficiente campagna vaccinale e che ha lasciato dietro di sé una gestione a dir poco opaca». Vediamo alcuni esempi della folle gestione del Commissario Arcuri:
LE MASCHERINE: Per assicurare l’approvvigionamento dei dispositivi di protezione individuale, Arcuri ha autorizzato nei primi mesi della sua gestione l’acquisto di 801 milioni di mascherine dalla Cina, pagando 1,25 miliardi di euro. La Procura di Roma apre un’inchiesta su queste forniture nell’estate del 2020, e ben presto anche Arcuri viene indagato per peculato.
SCUOLA: a settembre 2020 il Commissario assicura che non ci sarebbero stati problemi nel reperire tutti gli arredi scolastici necessari per tornare in classe in sicurezza. Arcuri, poco prima di settembre indice un bando da 45 milioni per reperire tutti i banchi monoposto necessari. Un’impresa pressoché impossibile: basti infatti pensare che solitamente, in un anno, vengono prodotti in Italia duecentomila banchi. All’avviso d’appalto hanno risposto molte realtà e hanno vinto in undici. Una di queste imprese, la Nexus made Srl però, è risultata essere un’azienda specializzata nell’organizzazione di eventi, con capitale sociale di appena quattromila euro. Ciò nonostante, la Nexus ha assicurato di poter fornire 180 mila arredi, al prezzo di 247,80 euro l’uno. Invitalia si è dunque trovata costretta a fare retromarcia, assicurando di non aver mai perfezionato il contratto con la Nexus. Ci domandiamo, però, come sia stato possibile un cortocircuito di questo tipo?
VACCINI: prima ancora dei padiglioni a forma di primula, Arcuri avrebbe dovuto assicurare la fornitura di siringhe. Ovviamente, le acquista ad un prezzo eccessivo rispetto a quello di mercato. Il sistema delle siringhe scelto dal Commissario, quello del «luer lock», riduce in modo impercettibile il rischio di perdere anche una minima parte del farmaco contenuto al loro interno, e al contempo non garantisce il medesimo standard di sicurezza per gli operatori sanitari. Ancora più paradossale, poi, il fatto che né il comitato tecnico scientifico e neppure l’Istituto superiore di Sanità abbiano consigliato il sistema luer lock, né tantomeno i produttori dei vaccini stessi.
Quindi, dopo essere diventato il simbolo di tutto ciò che si poteva sbagliare nella gestione del primo anno di emergenza pandemica e dopo essere stato cacciato da Draghi, Arcuri è riuscito a rientrare dalla finestra, con un nuovo incarico da 4 milioni di euro grazie ad una convenzione tra governo e Invitalia, l’Agenzia di cui Arcuri è amministratore delegato.