“Mai più terrorismo. Informazione e dialogo verso la riconciliazione e la pacificazione nazionale”: questo il titolo del convegno previsto per questa mattina a Foggia, nella prestigiosa sede della locale università. Previsto, perché l’appuntamento, organizzato dall’Osservatorio nazionale Anni di piombo per la verità storica con il patrocinio di Camera, Senato e Crui, a poche ore dal suo svolgimento è stato annullato dal rettore dell’ateneo per “motivi di ordine pubblico”, cioè per il rischio che si verificassero disordini.
Lo rende noto la casa editrice Idrovolante, che con la recente ripubblicazione del volume dedicato a Sergio Ramelli sta girando l’Italia in occasione del cinquantesimo anniversario dell’omicidio del giovane militante del Fronte della Gioventù milanese.
“Sembra un paradosso, ma è la dura realtà” si legge nel comunicato, che spiega come l’evento “si proponeva di far comprendere a centinaia di ragazzi i contorni drammatici di una stagione pericolosa caratterizzata dalla violenza politica”. Una stagione rispetto alla quale, come evidenziato dal sottotitolo dell’iniziativa, si vorrebbe giungere ad una “riconciliazione e pacificazione nazionale”. A quanto pare, purtroppo, l’Italia non è ancora pronta visto che chi prova ad andare in questa direzione, con libri ed eventi pubblici, viene ostacolato come nel caso di oggi.
L’appuntamento annullato, tra l’altro, era articolato in modo estremamente interessante: il programma, infatti, prevedeva una prima parte, moderata dal direttore del Tg1 Gian Marco Chiocci, in cui si sarebbero dovute ascoltare alcune testimonianze, tra cui quella di “Sergio D’Elia, segretario nazionale dell’associazione Nessuno tocchi Caino, in gioventù dirigente dell’organizzazione terroristica di sinistra Prima Linea che ha successivamente abbracciato il partito della non violenza”, che sarebbe stato molto importante ascoltare, con particolare riferimento alle motivazioni che lo hanno spinto a passare dall’eversione rossa alla successiva redenzione. Oltre a lui, tra i relatori c’erano Donatella Curtotti (docente di diritto penale), il giornalista e scrittore Giovanni Fasanella (tra i massimi esperti di terrorismo in Italia) e Potito Perrugini Ciotta, nipote del brigadiere Giuseppe Ciotta, assassinato da Prima Linea. A lui, presidente dell’Osservatorio nazionale Anni di piombo per la verità storica e organizzatore della manifestazione, chi si è adoperato per non farla svolgere ha contestato, sottolinea Idrovolante, “il fatto di aver accostato la figura di Sergio Ramelli a quella di Benedetto Petrone” (al centro della seconda parte del programma, con interventi previsti di Guido Giraudo e Vincenzo Colaprice, autori di libri dedicati ai due giovani). Ramelli e Petrone sono “due innocenti, due vittime dell’odio politico di colore opposto, due ragazzi che volevano solo lottare per ciò in cui credevano. Ma per lorsignori” dice ancora amaramente Idrovolante citando i contestatori, “questa equiparazione decontestualizza la storia e rischia di legittimare una narrazione che assolve la destra neofascista dalle sue responsabilità”.
La nota si conclude sottolineando che Idrovolante, “con la presenza di Guido Giraudo e con la fornitura di volumi ai ragazzi partecipanti al convegno, abbiamo fin da subito accolto con entusiasmo la possibilità di partecipare attivamente ad un momento di confronto di altissimo spessore. Con l’ambiente universitario a fare finalmente da cornice più che mai degna per l’ascolto di riflessioni preziose specie per i ragazzi di oggi. Vogliamo quindi esprimere la nostra più sincera vicinanza a tutti i bersagli di questa ennesima, deplorevole azione oscurantista”. L’augurio è che situazioni come quella di Foggia non si ripetano. Il rischio c’è, ma è dovere di tutti coloro che hanno a cuore la verità, di impegnarsi affinchè non succeda più.