“Fratelli d’Italia vota a favore della proroga della Commissione d’inchiesta sul caso Forteto, in cui sono stati accolti per trent’anni minori in affidamento e al centro delle cronache per abusi e violenze”.
Lo ha dichiarato in aula il senatore di Fratelli d’Italia Patrizio La Pietra.
“Forteto – sottolinea La Pietra – è stata una setta totalizzante in cui si è annullata la personalità dei soggetti, di ragazzi con gravi problemi, e si sono rovinate decine, centinaia di famiglie e di persone, perché in questo luogo non ci sono stati soltanto gravissimi abusi su minori, le violenze, le botte e i rapporti sessuali completi messi in atto da Fiesoli. Al Forteto c’erano bambini che venivano fatti alzare all’alba per andare a lavorare, prima di essere portati a scuola, per fare un formaggio che magari mangiavano gli ospiti illustri – tanti, da politici a magistrati – che hanno frequentato la struttura”.
“Dopo le due commissioni di inchiesta della Regione Toscana, i processi, che hanno visto condanne, in questo luogo è stato permesso di tutto nel silenzio e con la connivenza della politica, della magistratura, dei vertici socio-sanitari, con l’avvallo e l’aiuto della Regione Toscana e delle amministrazioni locali che per anni hanno considerato ‘Il Forteto’ un esempio, finanziandolo e promuovendolo. Oggi – osserva La Pietra – le responsabilità politiche non sono definite. Oggi ancora non è ben definito quale sia stato il meccanismo che ha creato il corto circuito del sistema, c’è stato uno scarica barile delle responsabilità fra chi doveva controllare e aveva il dovere di tutelare e proteggere quelli che allora sono state giovani vittime”.
“Dobbiamo andare in fondo a questa vicenda come anche a quella di Bibbiano, la condanna di Foti ne è la conferma, e approfondire in generale il tema degli affidi. Per questo occorre altro tempo, troppi ancora sono gli angoli bui di questa vicenda – conclude La Pietra – usiamo bene il tempo che ci viene concesso per andare nel vivo della questione. Cerchiamo di individuare le responsabilità, non solo individuali, su cui la magistratura si è già pronunciata, ma in modo più ampio la responsabilità politica di tutto ciò: lo dobbiamo prima di tutto alle vittime, ma lo dobbiamo anche alle istituzioni e alla buona politica sporcata da questa vicenda”.