Nelle ultime 72 ore, la sinistra ha subito tante di quelle batoste che è ormai difficile tenere il conto. Prima l’accordo con l’Albania che entra pienamente in funzione, poi l’intervento di Giorgia Meloni in Parlamento in vista del Consiglio europeo che demolisce le opposizioni e le loro critiche ipocrite (del tipo, il “danno erariale” contestato proprio dal figlio del governatore De Luca, che spende i soldi dei campani per fare propaganda contro il governo). E ancora, l’abolizione del test d’ingresso a medicina, con il commento beffardo di Fratelli d’Italia sui social: “La sinistra lo ha promesso, noi lo abbiamo fatto” (simile a quanto successo con il voto ai fuorisede, battaglia pluriennale della sinistra e infine i fuorisede vanno a votare grazie al Governo Meloni). Poi la legge sull’utero in affitto, pratica diventata reato universale. E the last but not the least la manovra finanziaria dell’esecutivo: 30 miliardi di euro per famiglie, imprese, lavoratori, sanità, incentivi all’assunzione e decontribuzioni, bonus per la natalità e sostegno ai genitori. Una manovra stanziata in un periodo finanziariamente complesso, pur senza alzare una singola tassa. La batosta più pesante per la sinistra, rintanata nelle solite proposte di sempre a danno di chi produce e di chi investe, come la sempreverde patrimoniale, che spunta fuori ogniqualvolta c’è lo spettro di una mancata copertura finanziaria. Invece, anche quest’anno, la copertura c’è stata e alla sinistra non resta che tacere.
I mercati si fidano del centrodestra
Poche le dichiarazioni, in effetti. Poche, d’altronde, le possibili lamentele, che allo stato attuale si basano soprattutto su fake news, in merito specialmente alla sanità, che Giorgia Meloni questa mattina ha prontamente smentito: “Sento molte falsità in queste ore su Sanità e legge di Bilancio. E allora facciamo ancora più chiarezza: +6,4 miliardi per la Sanità in due anni (+2,37 miliardi nel 2025 e +4,12 miliardi nel 2026). Record della storia d’Italia per il fondo sanitario nazionale: 136,48 miliardi nel 2025 e 140,6 miliardi nel 2026. Questi i numeri. Il resto sono mistificazioni”. Allora le possibili armi da usare contro il governo vengono meno, adesso che molti altri segnali dimostrano che la strategia seguita dall’esecutivo funziona e piace. Tra questi c’è il mercato, assieme alla finanza, indicatori quasi mai infallibili della fiducia dei consumatori nei confronti di uno Stato, espressione del governo di turno. Nessuno tra gli operatori finanziari, a quanto pare, dubita della stabilità italiana, della concretezza del suo governo e, malgrado la scelta di prelevare più di 3 miliardi di euro da banche e assicurazioni per reinvestirli in sanità sia una mossa che potrebbe far spaventare qualcuno, la fiducia nel centrodestra è tale che i maggiori indicatori economici non si sono per nulla mossa ieri: i titoli di Stato continuano a essere venduti con i ritmi record degli ultimi mesi, lo spread continua a essere ai minimi da mesi, ieri è sceso a 122 punti, i rendimenti dei bond decennali scendono.
Il miglior pregio: la stabilità
Il governo è stabile, l’Italia ha i conti “in ordine”, come chiarito dalla premier, e agli operatori finanziari piace. Non a caso, infatti, c’è chi ha intenzione di investire seriamente qui da noi, tra cui anche i grandi colossi dell’innovazione e della tecnologia: fu Brad Smith, presidente di Microsoft, a volare fino a Roma e a incontrare Giorgia Meloni a Palazzo Chigi alcune settimane fa. Al centro della riunione, un investimento da circa 4,3 miliardi di dollari in due anni per sviluppare dei data center in Italia legati ai servizi dell’intelligenza artificiale. Innovazione e sviluppo, che vanno di pari passo con la stabilità di un governo che appare coeso nell’affrontare i maggiori problemi e celere nel risolverli. In totale rottura con il passato, è questo, forse, il miglior pregio del Governo Meloni.