Oggi pomeriggio alle 15, nella Basilica di San Pietro, in Vaticano, si terrà la celebrazione per il ventesimo anniversario della morte di Papa San Giovanni Paolo II. Alla cerimonia parteciperà anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Giovanni Paolo II è stato un Papa che ha segnato la storia con il suo carisma e la sua vicinanza ai fedeli.
La sua morte, avvenuta il 2 aprile 2005, commosse milioni di persone, che si riunirono in preghiera in Piazza San Pietro e in tutto il mondo. Oggi questa celebrazione assume un significato ancora più forte, perché arriva in un momento in cui Papa Francesco sta affrontando problemi di salute.
Il ricordo della Meloni
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha voluto ricordare l’anniversario attraverso i social con queste parole. “Giovanni Paolo II mi ha insegnato tante cose. Di una ne ho fatto tesoro e orienta il mio impegno. ‘La libertà’, diceva, ‘non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che si deve'”, scrive la premier, facendo riferimento alle parole del Pontefice polacco che ha segnato la storia. La Meloni prosegue: “Io sono una persona libera, lo sarò nonostante tutto, e cercherò di fare sempre ciò che devo”.
Un Papa che ha fatto la storia
Giovanni Paolo II è stato un Pontefice che ha lasciato un segno indelebile. Il suo pontificato, iniziato nel 1978, è stato uno dei più lunghi della storia. Ha viaggiato in tutto il mondo, avvicinandosi ai fedeli di ogni Paese e parlando di pace e libertà.
Ha avuto un ruolo chiave nella caduta del comunismo in Europa, sostenendo i movimenti per la libertà, in particolare in Polonia, suo paese natale.
È stato anche il primo Papa a visitare una sinagoga e a entrare in una moschea, segnando passi importanti nel dialogo interreligioso.
Nel 1981 subì un attentato in Piazza San Pietro, ma sopravvisse e perdonò l’attentatore. Un gesto che ancora oggi viene ricordato come un simbolo di misericordia.
Un legame speciale
Meloni ha poi raccontato il suo legame con Karol Wojtyła: “Ho sempre considerato Karol Wojtyla un po’ come il ‘mio’ santo e mi piace pensare che mi protegga da lassù” – aggiunge. “E un anno fa, quando mi sono resa conto di questa ‘coincidenza’, mi sono emozionata e ho avvertito la sensazione che nel cammino che stavo per iniziare lo avrei sempre avuto al mio fianco”, ha aggiunto Meloni. Infine, ha definito il 2 aprile “un giorno storico”, ricordando che il suo governo è il primo guidato da una donna nella storia della Repubblica Italiana.
L’addio nella Fede
In quel lontano aprile di venti anni fa Giovanni Paolo II consumava la sua lotta, accanto a Dio, davanti alla morte. Così faremo tutti, ma nel suo stare abbracciato alla croce traspariva la certezza della Risurrezione. Piangevamo, in piazza San Pietro, sotto la finestra flebilmente illuminata, come e più che all’addio di un padre. Ma forti della sua forza, resi certi dalla sua fede: della sua santità, del futuro della Chiesa.
Il Papa della giovinezza e della Cristianità
Per tanti, allora giovanissimi, Giovanni Paolo II era il vecchio e malato che non si vergognava di mostrarsi debole, di farsi asciugare la saliva dalle labbra dal suo assistente, di sbattere la mano sul leggio, impotente a proferire la sua benedizione al popolo commosso. Ma per tanti è stato anche il Papa della giovinezza, della gioia, del coraggio. Così potente la sua voce, così sereno il suo sguardo, sapiente la sua intelligenza, temprata da una vita di dolore e di scelte.
Sempre con Cristo dalla parte della verità e della giustizia. Accanto ai lavoratori di Solidarnosc, per abbattere i muri della cortina di ferro. Per tener dritta la barra della dottrina. E’ stato il Papa più rivoluzionario del Novecento. Che ha difeso la cristianità perché non si è vergognato di Cristo. Perché difendere la dottrina della Chiesa non significa essere reazionari. Chiedere ai preti di deporre le armi non significa essere reazionari. Chiedere ai cristiani di non confondere la Chiesa con una Ong non significa essere reazionari.
Giovanni Paolo II ci ha rincuorato, ci ha spinto a non essere timorosi del mondo, a non rinchiuderci in sacrestia, a non far prevalere le nostre abitudini. Un tornado, che ha spazzato via l’immagine di una Chiesa paludata e polverosa, incapace di rispondere alle sfide del tempo. Il suo grido accorato e saldo, all’inizio del pontificato, è stato la luce verde del nostro cammino: «Non abbiate paura. Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo… Cristo sa cosa c’è dentro il cuore dell’uomo. Solo lui lo sa».