Pnrr, FdI: sanzioni e stipendi dimezzati per chi rallenta i progetti

Con l’insediamento del Governo Meloni, il cambio di passo sull’esecuzione del Pnrr rispetto a quanto fatto negli anni precedenti è stato totale e ben visto e riconosciuto non solo all’interno della Nazione, ma anche dai vertici europei nonché dalle testate estere. L’Italia è difatti diventata una delle prime Nazione dell’Unione europea per attuazione degli obiettivi del Pnrr, con primati riguardo i tempo di riscossione dei fondi europei e di percentuale di compimenti dei progetti previsti nel Piano. Il Governo Meloni ha infatti ottenuto importanti risultati che pongono l’Italia tra i Paesi leader in Europa: è stata infatti la prima Nazione a ricevere la quarta rata, la prima a presentare la domanda per la quinta rata (presentazione avvenuta allo scadere dello scorso anno) e propone un ottimo stato di avanzamento dei lavori per quanto concerne la sesta e settima rata. L’Italia, in più, ha ricevuto già oltre la metà delle risorse stabilite nel Piano e ha conseguito il numero più elevato di milestone e di target conseguiti, staccando di gran lunga gli altri Paesi europei e soprattutto i diretti competitors. Risultati raggiunti grazie a un intenso lavoro di raccordo tra i diversi dipartimenti e alla collaborazione con gli enti territoriali, allontanando di fatto gli spettri dei continui “warning”  suscitati dalle opposizioni al momento della – nelle parole di Giorgia Meloni – “tanto vituperata revisione del Pnrr”. Un lavoro che ha portato anche all’accorpamento, nella figura del ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, anche di altre prerogative legate ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa Resilienza, come i fondi per lo Sviluppo e la Coesione, al fine di trovare un migliore coordinamento e di dare all’utilizzo di queste risorse un indirizzo univoco.

La proposta di FdI a prima firma Foti

Dunque, celerità ed efficienza: sono queste le parole d’ordine dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni in fatto, specialmente, di Pnrr. Al vaglio dell’attività delle Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali presso la Camera dei Deputati, in queste ore, vi è la proposta di legge avanzata dall’onorevole Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia, che in linea con l’operato del Governo, vuole evitare possibili nuovi ritardi del Pnrr. Si prevedono, in linea di massima, un provvedimento per eliminare la responsabilità erariale sugli atti vistati preventivamente dalla Corte dei Conti, nonché un secondo provvedimento che inserisce l’obbligo di copertura assicurativa per chi abbia una qualche responsabilità nella gestione delle risorse pubbliche. Un terzo provvedimento, poi, inserisce una serie di sanzioni per evitare le solite lungaggini burocratiche che condurrebbero, inevitabilmente, a un rallentamento nell’attuazione del Piano. Sanzioni che possono arrivare anche alla sospensione dello stipendio per due anni per chi ha responsabilità del rallentamento. Si legge nella proposta che al pubblico ufficiale responsabile “per fatto a esso imputabile” di “un ritardo superiore al 10% rispetto al tempo stabilito per la conclusione del procedimento, si applica, sulla base del grado di colpevolezza, una sanzione pecuniaria compresa tra un minimo di 150 euro e un massimo fino a due annualità del trattamento economico complessivo annuo lordo”.

L’esempio degli Accordi per lo Sviluppo e la Coesione

Un modo, insomma, per dire basta alle perdite di tempo. Le risorse, per fortuna, adesso ci sono e una Nazione fortemente indebitata come l’Italia, in cerca di sviluppo da anni, non può permettersi di sprecarle. Un concetto più volte ribadito dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante le presentazioni degli accordi per lo Sviluppo e la Coesione siglati tra Governo e le varie Regioni. Anche in quel caso, il cambio di passo è stato totale: a fronte delle precedenti programmazioni gestite dai precedenti esecutivi a trazione Pd-M5S nelle quali era elevata la percentuale di fondi non spesi e dunque sprecati, ritornati intatti al mittente, il lavoro dell’esecutivo guidato da Fratelli d’Italia è quello di mettere a punto una serie di accordi che possano programmare al meglio la gestione e la spesa delle risorse, finalizzandole a pochi ma strategici progetti per ridurre le difformità tra territori. Anche in questo caso, dunque, sarà essenziale premere sulla celerità di una spesa che possa finalmente creare sviluppo.

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