Il fallimento delle politiche del Movimento Cinque Stelle non si misura soltanto nei danni che queste hanno provocato alle casse dello Stato, ma anche per la facilità con cui le norme previste, per quanto in buona fede la loro stesura, sono state oggetto di raggiri. Raggiri, ovviamente, ai danni dello Stato italiano e delle persone perbene, di chi percepiva i sussidi avendone diritto e di chi, pur essendone possibile fruitore, preferiva la dignità del lavoro piuttosto che cedere alla modalità della “paghetta di Stato”.
Il riferimento è, questa volta, al Reddito di Cittadinanza: dal 2019, il suo costo è stato circa di 35 miliardi di euro. Miliardi che, almeno in teoria, nel racconto dei buoni propositi iniziali, avrebbero dovuto accompagnare i percettori al loro inserimento nel mondo del lavoro. Tuttavia, com’è ormai noto e lampante, non è andata proprio così: il Reddito di Cittadinanza non ha creato posti di lavoro e molti dei percettori, dinnanzi a stipendi simili all’ammontare del sussidio, rifiutavano a oltranza le offerte di lavoro ricevute. D’altronde, come biasimarli: vale la pena, infatti, sottolineare la complicità (chissà se volente o nolente) degli ideatori della norma, i membri dell’auto-dichiarato “partito dell’onestà”, che non solo non hanno previsto controlli in merito all’idoneità alla percezione (bastava infatti un’autocertificazione), ma non hanno neppure inserito un tetto massimo di offerte di lavoro da poter rifiutare, superato il quale si era giocoforza obbligati ad accettare l’ultima offerta o a perdere diritto al sussidio.
Ma – l’abbiamo già detto – le cose sono andate diversamente. E proprio sulla mancanza di controlli ha lucrato il proliferare di frodi ai danni dello Stato. L’ultimo caso è stato scoperto a Caltanissetta: secondo la Procura, sarebbero più di cento le persone coinvolte e rinviate a giudizio per truffa ai danni dello Stato, accusate di aver creato un vero e proprio sistema con cui veniva completamente elusa la pur fragile organizzazione del Reddito di Cittadinanza. Protagonisti della vicenda alcuni commercianti che, fingendo di vendere beni e servizi ai percettori, avrebbero trattenuto una percentuale di quanto detenuto sulle carte rilasciate a questi ultimi dalle Poste in cambio di denaro contante, anche se in quantità minore. Per ora risultano tra gli indagati due commercianti afgani e altri due pakistani: secondo quanto rilevato, il raggiro avrebbe provocato un guadagno di 120mila euro. In questo modo ne beneficiavano tutti: i negozianti, che ricevevano più soldi di quanti ne consegnavano; i percettori, che potevano eludere i pagamenti elettronici (chissà in quali giri finivano quei soldi…). L’unico a perderci, ovviamente, era lo Stato.
Questa è solo l’ultima vicenda che conferma la fallacia di una norma scritta male e applicata peggio. Poche settimane fa, infatti, era stato svelato un altro sistema di elusione dei vincoli statali: questa volta a Napoli, 285 extracomunitari percepivano indebitamente il Reddito di Cittadinanza per un danno totale di 2,3 milioni di euro. I truffatori avevano dichiarato di risiedere in Italia da più di dieci anni e, similmente a quanto accaduto a Caltanissetta, eseguivano falsi acquisti in cambio di denaro contante, con una quota della somma che finiva a una banda di truffatori. Un giro immenso che coinvolge usura, estorsioni, riciclaggio e frodi. Anche in questo caso, chissà come venivano utilizzati quei soldi.
È forse il caso, allora, di allargare il contenuto della frase con cui il presidente del Consiglio Giorgia Meloni descrisse l’altra fallimentare misura grillina, il Superbonus, definendola “il più grande regalo mai fatto dallo stato italiano a truffatori e bande di criminali”. Il Reddito di Cittadinanza non è stato da meno: oltre ai soliti furbetti (che – è vero – ci sono sempre, ma bisognerebbe quantomeno fare in modo di combatterli…), sono molti i casi in cui i soldi dello Stato, tramite il sussidio, sono arrivati alle mafie: nei metodi elusori, di cui Caltanissetta e Napoli sono probabilmente degli esempi (la magistratura, poi, chiarirà meglio i dettagli), o anche tramite la percezione diretta del Reddito da parte di mafiosi. Alcuni sono stati scoperti e smascherati, ma chissà quanti l’hanno fatta franca…