“Mi chiedo prima di tutto a cosa servano manifestazioni di questo tipo. Esprimere buoni sentimenti è certamente lodevole, ma quali effetti concreti ha, se non dare a chi vi partecipa la sensazione di essere dalla parte del Bene, che in tempi di politicamente corretto è diventato un obbligo?”.
Così alla Stampa il politologo Marco Tarchi, parlando della piazza di Roma. L’opposizione ha presenziato, a eccezione del M5s: “E’ relativamente facile attaccare tutti insieme un governo – commenta – molto più complicato convergere su proposte alternative rispetto alle scelte che quel governo fa. In questo caso ci sono di mezzo questioni ancora più divisive, che mettono in luce le diverse anime del centrosinistra. Difficile far piazza pulita di queste divergenze di fronte al piano di riarmo di Von der Leyen”.
In particolare nel Pd “questa vicenda mi pare avere semplicemente acuito le vecchie e note differenze di opinioni e visioni strategiche delle numerose componenti del partito. Potrebbe essere l’avvio di un processo di chiarificazione interna ma non sarebbero da escludere scissioni, quantomeno individuali. È più probabile che ci si limiti a puntare su nuovi equilibri correntizi e maggiori condizionamenti della segretaria”. A destra “queste divisioni non emergono per il piglio decisionista di Meloni che ha impedito che sfociassero finora in scontri diretti. Tuttavia, il collante del governo è sempre molto forte e rompere l’alleanza non converrebbe a nessuno”. Il piano ReArm Europe è “velleitario e controproducente, perché insiste nel fare della Russia un nemico assoluto, alimentando un’ossessione che, nel medio e lungo periodo, rischia di fare all’Europa molto male, rendendo insanabile una ferita estremamente pericolosa”.