Stamani, 7 aprile, si sono tenuti i funerali delle due giovani vittime di femminicidio, Sara Campanella studentessa 22enne uccisa il 31 Marzo da un collega universitario, Stefano Argentino, ossessionato da più di un anno da lei, e Ilaria Sula anch’essa studentessa universitaria di 22 anni uccisa la sera del 25 marzo dall’ex fidanzato Mark Samson e ritrovata il 2 aprile.
Sara Campanella, Originaria di Misilmeri, in provincia di Palermo frequentava il corso di laurea in Tecniche di laboratorio biomedico dell’Università di Messina, così come il suo assassino Stefano Argentino 27enne di Noto, fuggito in treno subito dopo il delitto e poi raggiunto a Noto dai carabinieri in un B&B intestato alla madre. Dagli accertamenti, il giovane avrebbe commesso il delitto “per motivi sentimentali in quanto invaghito della ragazza senza essere corrisposto”. Gli inquirenti parlano di attenzioni insistenti e reiterate nel tempo, le quali non essendosi mai trasformate in qualcosa di minaccioso e morboso, non avevano destato una particolare preoccupazione nella vittima che non l’aveva mai denunciato.
Sara Campanella è stata aggredita mentre era per strada a Messina, davanti all’ingresso laterale dello stadio Giovanni Celeste. La coltellata fatale le ha reciso la giugulare. Secondo quanto ricostruito l’indagato avrebbe seguito la giovane studentessa nei pressi del Policlinico, per poi percorrere insieme a lei un breve tratto di strada e arrivati nei pressi di un distributore di benzina i due avrebbero avuto una breve discussione. Sara è stata colpita al collo e a una scapola. A nulla è servita la corsa in ospedale.
Nel pomeriggio del 4 aprile scorso si è svolta l’autopsia sul corpo della ragazza: cinque coltellate tra schiena e collo. A risultare fatale la lesione ai vasi del collo, questa la causa della grave emorragia che in pochi minuti ha portato alla morte Sara che non è riuscita a difendersi. Importanti anche lesioni riscontrate sul dorso, segno che inizialmente voltava le spalle al suo aggressore. I disperati tentativi dei tre infermieri che hanno dato la prima assistenza sul marciapiede e poi le manovre di rianimazione al pronto soccorso del Policlinico non sono purtroppo servite a nulla. “Agonia durata qualche minuto”, afferma il medico legale, Sara “è morta dissanguata”. La salma è stata successivamente dissequestrata e restituita alla famiglia per ritornare a Misilmeri.
Non è ancora certo cosa tenesse in mano Argentino quel pomeriggio. Un coltello, verosimilmente, a giudicare dal tipo di lesioni riscontrate sul cadavere e dal recente ritrovamento dei carabinieri sul luogo del delitto. Ma il 26enne, durante l’interrogatorio di garanzia in cui si è dichiarato colpevole, non ha fornito alcuna spiegazione sulle modalità dell’omicidio. Il giovane che quel 31 marzo aveva scelto di nascondersi nella sua Noto in un B&B, raggiunto in auto con i genitori dopo aver minacciato il suicidio è stato rintracciato dai militari in nottata e portato in carcere a Messina.
Oggi, lunedì 7 aprile, ore 11, nella chiesa di San Giovanni Battista è stato celebrato il funerale di Sara Campanella dall’arcivescovo Corrado Lorefice. Il sindaco Federico Basile ha proclamato il lutto cittadino. “L’amore non uccide”: sono le parole dell’arcivescovo di Palermo nell’omelia ai funerali di Sara Campanella a Misilmeri. “Nel corpo trafitto di Sara è racchiuso il dolore e la violenza del mondo, soprattutto sulle donne. In questo mondo sempre più segnato da violenta brutalità e lacerato da conflitti, assistiamo alla barbarie di corpi abusati, mutilati, eliminati, ricacciati e rinchiusi in luoghi di tortura – ha continuato Lorefice – Ma la violenza, ogni forma di violenza, per qualsiasi motivo si scateni, è sempre un fallimento che riguarda tutti”. Manifesti e striscioni con la frase della giovane “mi amo troppo per stare con chiunque” sono stati affissi su transenne, lampioni, alberi e saracinesche dei negozi.
La madre di Stefano Argentino, lo studente accusato di avere ucciso Sara Campanella, voleva aiutare il figlio a fuggire. Lo scrive il gip che ha convalidato il fermo del ragazzo. «E’ stato acquisito un biglietto, – spiega – scritto dalla madre dell’indagato, nel quale la donna faceva riferimento alla necessità di allontanarsi per un po,’ con la scusa di curarsi, nonostante dai successivi accertamenti non risultassero suoi particolari problemi di salute. Dietro l’allontanamento si nascondeva la volontà della donna di aiutare il figlio a non farsi trovare».
«Argentino ha agito con crudeltà e le modalità della sua condotta palesano la volontà di infliggere alla vittima sofferenze aggiuntive rispetto al normale processo di causazione della morte». Lo scrive il gip di Messina che ha convalidato il fermo di Stefano Argentino, lo studente che ha ucciso la collega di università Sara Campanella. Il giudice parla anche di premeditazione e risoluzione criminosa. Il giovane si era portato dietro il coltello per uccidere. Daniela Santoro, madre di Stefano Argentino, ora in carcere con l’accusa di aver ucciso la 22enne studentessa Sara Campanella a Messina, ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee agli inquirenti. Sarebbe stata lei con il marito, dopo aver ricevuto la telefonata del figlio, ad andare a prenderlo per portarlo nel B&B di Noto, dove poi è stato rintracciato dai militari. Ma in quel momento, sostiene la donna, non era ancora a conoscenza del femminicidio. Daniela Santoro scrive quindi un biglietto, indirizzato proprio all’altro figlio, in cui lo avverte che non sarebbe rientrata a casa. Giustificando l’allontanamento con motivi di salute. Gli inquirenti hanno fin da subito capito che il ragazzo era stato aiutato. La presenza di questo messaggio, poi ritrovato dai carabinieri, ha spinto il gip a formulare l’ipotesi che la donna fosse coinvolta nella vicenda e nel tentativo di fuga del 27enne.
Sempre nella giornata di oggi si è tenuto il funerale di Ilaria Sula, la ragazza 22enne scomparsa a Roma per 7 giorni e ritrovata morta dentro una valigia in un dirupo nel comune di Poli, zona Monti Prenestini.
Un corteo funebre, a cui hanno partecipato circa tremila persone. Coperta di rose bianche e rosse, la bara di Ilaria è stata accompagnata da un lungo applauso delle diverse centinaia di persone arrivate per salutare Ilaria. Dietro al carro funebre la madre, il padre e il fratello. Fiori, cartelli e striscioni circondano la casa della famiglia. Al corteo presenti anche le istituzioni del comune e della Provincia di Terni e quello di Capranica Prenestina, luogo dove, in fondo a un dirupo, è stato ritrovato il corpo della ragazza, chiuso in una valigia.
Ad ucciderla a coltellate la sera del 25 Marzo sarebbe stato l’ex fidanzato 23enne filippino, Mark Samson, il qualesottoposto ad interrogatorio negli uffici della Questura da i pubblici ministeri, avrebbe confessato in data 2 Aprile e accompagnato la polizia nel luogo dove aveva gettato la valigia contenente il cadavere di Ilaria.
L’aggressione sarebbe avvenuta nella casa di via Homs, nel quartiere Africano, mentre erano presenti nell’abitazione anche i genitori del 22enne. Attualmente la madre dell’ex Mark Samson risulta indagata per concorso in occultamento di cadavere. Nors Manlapaz potrebbe avere avuto un ruolo attivo o comunque consapevole dopo l’uccisione della studentessa di 22 anni avvenuta lo scorso 25 marzo in casa sua, un appartamento di appena 50 metri quadri nel quartiere Africano di Roma. Mark Samson nel corso dell’interrogatorio davanti al gip ha sostenuto di aver fatto tutto da solo, ma a domande specifiche sul ruolo dei genitori si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Il sospetto degli investigatori è che Nors Mazlapan, dopo aver sentito le grida tra il figlio e l’ex fidanzata poi seguite dal silenzio, abbia aperto la porta della camera del ragazzo e visto Ilaria Sula già morta, colpita con tre fendenti al collo. L’ipotesi è che la mamma abbia aiutato Mark Samson a ripulire il sangue nella stanza, oltre ad aver taciuto sull’accaduto nei giorni seguenti.