Quei magistrati a favore dei clandestini: Tunisia “Paese non sicuro”, terribile precedente per la sicurezza nazionale

Era da un po’ che non si vedeva una magistratura così efficiente, specie nel recepire le disposizioni dei giudici europei. Lo fa, però, a scapito della strategia del governo contro gli ingressi illegali. Non è la prima volta che si verifica un caso simile, di interferenza nelle decisioni di una maggioranza democraticamente eletta da parte della magistratura, e non sarà l’ultima. Sta di fatto che, se da un lato il modello Italia contro i migranti irregolari viene riconosciuto e preso ad esempio da mezza Europa, gli ultimi casi quelli di Francia e di Svezia, dopo l’endorsement di altri Paesi come l’Inghilterra, la Germania e la Spagna, dall’altro qui in Italia c’è chi continua a mettere i bastoni fra le ruote nella risoluzione di un problema che solo chi è adombrato da barriere ideologiche non riesce a vedere e a riconoscere.

La linea del governo: si entra solo per vie legali

Il caso è quello del tribunale di Palermo che ha di fatto sottoposto al giudizio della magistratura l’elenco dei Paesi reputati sicuri che ogni anno il governo stila. Si tratta, in effetti, di un documento in cui viene inseriti, appunto, quei Paesi che secondo l’esecutivo rispettano il diritto umanitario e internazionale e dunque vengono reputati sicuri per il rimpatrio di quei migranti che provengono da lì. In altre parole, se un immigrato irregolare proviene da uno dei Paesi inseriti in questa lista e fa richiesta di asilo una volta giunto in Italia, questi, se non vengono scovate gravi violazioni dei suoi diritti, può essere facilmente espatriato, anche in virtù delle disposizioni di rimpatrio accelerato adottate dall’attuale esecutivo. In questa lista, quest’anno, si trovano i nomi di Paesi quali l’Algeria, la Tunisia, il Marocco e anche l’Egitto. Un modo, insomma, anche per disincentivare le partenze da questi Paesi, nonché per ribadire ciò che il governo ha sempre sostenuto: in Italia si può entrare soltanto per vie legali, mentre l’accoglienza per gli irregolari spetta soltanto a chi fugge effettivamente da condizioni disagiate o da violazioni dei diritti fondamentali.

Quando la derive Lgbt incontra la follia no-border

Tuttavia, la giurisprudenza palermitana ha emanato cinque decreti per altrettanti immigrati tunisini, giunti sulle nostre coste in modo irregolare e in attesa, a Porto Empedocle, della decisione per il rimpatrio o l’eventuale accoglienza. In pratica, dal capoluogo siciliano si è deciso di sospendere la lista dei Paesi sicuri perché, si legge nella decisione del magistrato, “il giudice deve tener conto delle novità legislative e giurisprudenziali”. La novità in questione è la nuova decisione della Corte di Giustizia dell’Unione europea, secondo la quale non può essere ritenuto sicuro un Paese se “talune parti del suo territorio non soddisfino le condizioni sostanziali”. Il richiamo è alla nozione di “persecuzione quale definita all’articolo 9 della direttiva 2011/95”, che fornisce al concetto una declinazione abbastanza ampia: per essere reputato sicuro secondo tale direttiva, dunque, il Paese in questione deve soddisfare anche condizioni molto specifiche, che spesso, pur essendo tutte giuste, neppure i Paesi occidentali riescono in realtà a soddisfare. Con riguardo al caso della Tunisia, viene recriminata la legislazione penale che punisce i rapporti omosessuali: dunque, sentenzia il tribunale di Palermo, è impossibile “considerare allo stato la Tunisia come Paese sicuro”. Malgrado sia difficile pensare che cinque migranti tunisini fuggano dal loro Paese di origine per discriminazione sessuale.

Un precedente pericoloso

Grazie a questa decisione, ora i cinque sono liberi nel nostro territorio, non devono aspettare di sapere se saranno accolti o meno in un Cpr, ma potranno farlo passeggiando nelle nostre strade. E se verrà disposto il loro rimpatrio? Beh, saranno liberi di far perdere le proprie tracce qui da noi. E, soprattutto, se tutti i Paesi del Sud globale che non rispettano i diritti Lgbt (e ce ne sono tanti) vengono dichiarati insicuri anche per migranti eterosessuali (che potrebbero comunque fingersi omosessuali alla bisogna), cosa ne sarebbe delle politiche migratorie di ogni Nazione del mondo? Non ci sarebbero più rimpatri e l’Occidente verrebbe invasa dai flussi migratori, sotto i colpi di decisioni senza senso prese da chi fa il proprio gioco contro gli interessi dei cittadini.

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