Sito INPS, ci sfotte anche Pornhub, ma Conte tace su clamoroso disservizio

Vista ieri sera la nuova puntata de “Il Decreto” con il suo protagonista indiscusso Giuseppe Conte?

Tante belle parole, la descrizione delle 3 fasi per uscire dalla pandemia, l’infusione di coraggio e le novità che ci costringono a stare a casa anche a Pasqua.

E poi un po’ di domande dai giornalisti: si può o no uscire con i bambini? E il jogging? E i rapporti con l’Unione Europea. Ci aiuteranno o no? ehm…

Ma su tutto un’omissione vergognosa: nemmeno una parola sul fallimento INPS.

Niente sulle ore perse da tanti autonomi davanti a una pagina internet che risponde “impossibile connettersi”, niente sulle mancate ricevute e i crash costanti. Niente sull’assurda violazione della privacy da parte di tanti, incolpevoli, utenti che si sono trovati a vedere i dati personali di altre persone.

Una falla nel sistema così grave da spingere il CODACONS a fare un esposto in procura: “La violazione della privacy dei cittadini è un reato penale, e quanto accaduto oggi richiede l’apertura di un formale inchiesta da parte della magistratura – spiega il presidente Carlo Rienzi – Occorre accertare come sia stata possibile la diffusione di dati sensibili degli utenti, e verificare se vi siano state falle nella progettazione del sito Inps e del sistema per accedere al bonus da 600 euro per i lavoratori”.

“Presenteremo oggi stesso un esposto, e a fronte delle inefficienze dell’Inps chiediamo al Governo di azzerare i vertici dell’ente e disporre il commissariamento immediato dell’Istituto con la nomina di un commissario che curi tutte le procedure relative alle misure contenute nel decreto “cura Italia”.

Una presa in giro per tantissimi lavoratori costretti alla disperazione dal Coronavirus e poi offesi dallo Stato attraverso una vergognosa gestione dell’emergenza – come già denunciavamo ieri.

E Conte? Niente. Nemmeno una parola.

Non una scusa, una spiegazione, un’accusa. Niente di niente.

Confermando che queste conferenze stampa sono troppo spesso solo un modo per promuovere la propria immagine attraverso un sorriso affabile, “storie” ben costruite e omissioni totali e parziali di tutto quello che non coincide con la narrazione di un Governo capace. Quale purtroppo per tutti noi questo non è.

Ma cosa poteva dire in effetti? Che il blocco del sito dell’INPS era previsto da tutti ma che se ne sono fregati?

E che tutti i suggerimenti ricevuti per gestire meglio l’erogazione dei 600 euro sono caduti nel vuoto?

Oppure ridire nuovamente che è stata tutta colpa di un attacco degli hacker? Notizia negata, anzi sbeffeggiata, addirittura da Anonymus e dai più importanti esperti d’informatica italiani.

Che poi lo scaricabarile su un eventuale, e certamente gravissimo, attacco esterno non è un gioco visto che coinvolge anche i nostri servizi segreti.

“Se come sembra il blocco della piattaforma digitale dell’Inps non sia dovuto ad un attacco hacker ma solo ad una macroscopica inefficienza, credo che qualcuno debba spiegare perche’ abbia diffuso in modo improprio un allarme hacker di cosi’ tale ampiezza, coinvolgendo il Copasir e quindi il Dis, su un aspetto cosi’ sensibile e importante. È irresponsabile averlo fatto tanto piu’ che gran parte degli esperti aveva subito escluso questa possibilita’”. Lo ha denuncia il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir.

Insomma la conferenza stampa di Conte è stata l’ennesima operazione di vuota propaganda. Parole vuote come le tasche di chi è in crisi e che si vede respinto non la richiesta d’aiuto ma addirittura il poter fare una richiesta d’aiuto.

Ad aggiungere beffa su beffa è corso in aiuto dell’INPS, proponendo la condivisione dei propri server Pornhub, il più grande sito al mondo di video pornografici.

La cosa potrebbe far sorridere ma davvero l’Italia può permettersi di farsi amabilmente sfottere pure da un sito porno?

Secondo noi no.

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