Ambientalisti e Fondazione Dolomiti Unesco. De Carlo: “Si scelga tra tutela della popolazione e oscurantismo”.

“Credo che sia ora di capire se la Fondazione Dolomiti Unesco vuole tutelare l’ambiente, e quindi la popolazione che lo vive, o preferisce sposare la visione oscurantista della montagna-luna park di qualche associazione ambientalista che rappresenta solo sé stessa”: così il deputato di Fratelli d’Italia e Sindaco di Calalzo di Cadore, Luca De Carlo, all’indomani della presentazione del dossier sulle Dolomiti Unesco realizzato una decina di associazioni.
“Sarebbe interessante sentire le considerazioni sui risultati della Fondazione anche da parte delle amministrazioni del territorio: ricordo bene le dichiarazioni trionfalistiche dei vari consigli comunali nel 2005, quando si approvava il sostegno alla candidatura, mentre io, all’epoca in minoranza a Calalzo, e ben pochi altri, con l’allora sindaco di Vodo Guido Calvani su tutti, segnalavamo la scarsa concertazione con il territorio”, evidenza De Carlo. “Oggi cosa resta? Più vincoli che opportunità, con associazioni che rappresentano solamente i propri soci gioire per il caso Comelico contro la visione e la volontà compatte della popolazione e di un intero territorio”.
De Carlo lancia un appello alla Fondazione Dolomiti Unesco: “Si faccia un serio esame di coscienza sulla scarsa incisività dimostrata: è nata per dare valore aggiunto ai territori, ma finora ha mancato drammaticamente l’obbiettivo. Apriamo un confronto su quello che serve alla montagna, e soprattutto ai montanari, tutelando allo stesso tempo l’ambiente: parliamo di viabilità, con la necessità di concludere i lavori avviati e finanziare quelli mancanti del Piano ANAS; parliamo dei passi e della loro chiusura, perché quando noi chiedevamo di vietare il transito ai mezzi pesanti eravamo da soli; parliamo di servizi per le popolazioni e le imprese: sanità, poste, trasporto pubblico locale, banda larga; parliamo di agricoltura: inutile chiedere che fine hanno fatto i pascoli, se anche le classifiche nazionali certificano l’abbandono e lo spopolamento della nostra montagna, con il relativo incremento degli animali selvatici, lupo in primis”.
“Non si può scindere la tutela dell’ambiente dalla tutela della popolazione che lo vive, lo cura e lo anima”, conclude De Carlo. “Il cambio di marcia spetta alla Fondazione e ai suoi soci: massima disponibilità al confronto se si vuole ascoltare gli uomini della montagna, ma se invece l’obbiettivo è quello di trasformarci in una riserva indiana per gli ambientalisti da salotto della pianura, direi che questo non ci serve, non è il futuro che i montanari vogliono per la propria terra e quindi c’è da fare una grossa riflessione sulla funzione della tutela Unesco”.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.