Casa, Marcheschi (FdI): No a ultima follia da Ue. Da FdI no a integralismo ambientale

“L’ultima follia dell’Ue è la casa, bersaglio di una direttiva sull’efficientamento energetico, che adesso potrebbe essere approvata dalla Commissione Energia del Parlamento europeo il prossimo 9 febbraio. Purtroppo non è la prima volta, e temo non sarà l’ultima, che da Bruxelles si tenti di colpire un bene come l’immobile di proprietà, pietra miliare delle culture mediterranee, e l’obbligo di case green a spese nostre, senza deroghe, è inaccettabile. I nostri rappresentanti in Europa, come ogni qualvolta si sia presentato un provvedimento che mirava a mettere le mani nelle tasche dei cittadini, si batteranno per impedire quella che si presenta come una vera e propria stangata per i contribuenti già alle prese con mutui e debiti. Bruxelles scarica direttamente sulle tasche dei cittadini i costi della transizione ecologica promuovendo, in un certo senso, una visione classista: chi la possibilità di farlo si adegua, gli altri si arrangiano”

Lo dichiara il senatore di Fratelli d’Italia Paolo Marcheschi.

“Gli obiettivi condivisibili di riduzione dell’inquinamento- sottolinea Marcheschi – vengono tradotti da integralisti ambientali, lontani dalle realtà che degli Stati che compongono la Ue. Queste direttive orizzontali che parificano i problemi di ‘riscaldamento’ dei paesi nordici con quelli dei paesi mediterranei, sono ottuse e inapplicabili. L’Irlanda non è come la Grecia. Non si tiene neanche conto che in alcuni paesi come l’Italia, per storicità e conformazione edile, si presentano difficoltà urbanistiche talvolta insuperabili. La nostra edilizia è infatti antica, storica e non abbiamo case di legno ma di mattoni e cemento”.

“Far diventare tutte le case green – conclude Marcheschi – è un vero e proprio problema: economico prima di tutto. E non si può far ricadere tutto sui cittadini di Paesi come l’Italia, per questo Fratelli d’Italia e il gruppo ECR si batteranno, perché questa ennesima direttiva folle che viene da Bruxelles non finisca per favorire i paesi del nord penalizzando quelli mediterranei, come il nostro, facendo più danni al gap delle differenze sociali di quanto possa far bene alla questione ambientale”.

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