Covid, guai in vista per Bonaccini: spese folli per un laboratorio ma ne aveva già altri a disposizione

Spese esagerate e inutili durante la pandemia. È questo il motivo che ha portato la Procura di Parma ad aprire un fascicolo per indagare sui presunti sprechi della Regione Emilia-Romagna in favore dell’Azienza Ospedaliero-Universitaria di Parma. L’inchiesta pare essere partita dalle denunce dello stesso ospedale, arrivate da più reparti, in particolare da quello di Virologia. Protagonisti del fatto sono l’ospedale Maggiore di Parma e il suo direttore Massimo Fabi. Direttore all’epoca dei fatti (siamo nel marzo 2020) e tutt’oggi: a quanto pare si tratta di un uomo del presidente della Regione Bonaccini, che ha ottenuto la riconferma nel giugno 2022 grazie all’appoggio ancora di Bonaccini e dell’ex vicepresidente Elly Schlein.

Fabi sarebbe accusato di aver voluto creare dal nulla un laboratorio ad hoc, all’interno dell’università, all’Istituto di Igiene, per l’analisi dei test molecolari. Nulla di male, se non fosse che all’interno dell’Azienda era già presenti laboratori di eccellenza, specializzati e soprattutto attrezzati per affrontare l’analisi di test molecolari. In quei momenti tragici, quando l’intera Italia cercava mezzi e luoghi adatti per ospitare gli ammalati, per affrontare il contagio e per analizzare i campioni (le Asl faticavano a reggere il ritmo dei tamponi che quotidianamente giungevano per essere studiati), il direttore aveva la fortuna di essere dotato di laboratori ad hoc, capaci di affrontare la sfida. Ma, “inspiegabilmente”, Fabi ha deciso di costruire un suo laboratorio all’interno, per altro, del reparto di Igiene, che neppure era attrezzato per essere utilizzato per quelle analisi. Quindi carenza di mezzi e carenza pure di personale: pare che il rettore dell’Università abbia dovuto fare richiesta di medici per costruire un team per analizzare i tamponi.

E se la questione può sembrare prettamente interna all’Azienda, c’è dell’altro che riguarda anche il mondo delle Istituzioni. Per sopperire alla mancanza di mezzi, infatti, il dem Bonaccini, in preda a quel sentimento di onnipotenza che ha colto troppi governatori in pandemia, ha dovuto affrontare spese folli per accontentare le volontà del suo Fabi: emerge che la Regione Emilia-Romagna ha speso 530 mila euro a settimana per il laboratorio. E poi altri 5 milioni circa per kit di reagenti e macchinari.

Non si è capita, per ora, l’esigenza di aprire – e quindi di dover allestire – un nuovo laboratorio quando ne esisteva già uno funzionante e dotato delle giuste attrezzature e di personale già attivo. Sta di fatto che, col passare del tempo, stanno emergendo situazioni sempre più “strane” sulla gestione della pandemia. L’inchiesta di Parma segue, ad esempio, il nuovo guaio in cui si è cacciato il governatore campano De Luca, accusato di aver voluto e mai utilizzato dei green pass regionali dal valore di 4 milioni di euro (su questo indaga la Corte dei Conti); o ancora le continue sentenze contro l’illegittimità dei DPCM di Conte. Insomma, ancora troppe oscurità su cui sarà bene fare chiarezza, anche grazie alla Commissione d’inchiesta voluta dal centrodestra.

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