Dal territorio. Ferrara e il Palazzo dei Diamanti

Tra i monumenti simbolo, con particolare riferimento a Ferrara, spicca su tutti il Palazzo dei Diamanti, edificio storico estremamente affascinante caratterizzato dalla lavorazione a bugnato (blocchi di pietra sovrapposti a file sfalzate) delle facciate esterne, con la particolarità della forma di diamante. Per realizzarle sono stati utilizzati circa 8500 massi di “marmo bianco venato di rosa – sottolineano gli esperti – che creano pregevoli effetti prospettici grazie alla conformazione delle punte, orientate diversamente a seconda della collocazione in modo da catturare al meglio la luce”, generando un gioco di luci ed ombre che si sussegue durante la giornata.

Situato nel cuore della città, presso il cosiddetto Quadrivio degli Angeli, l’edificio è stato realizzato su progetto di Biagio Rossetti per conto di Sigismondo I d’Este, fratello dell’allora duca Ercole I, tra il 1493 e il 1503. Inizialmente residenza più o meno stabile degli Este, quando i duchi si trasferiscono a Modena dopo la devoluzione di Ferrara allo Stato pontificio (1598) mantengono la proprietà del palazzo. Che anni dopo, nel 1641, viene ceduto al marchese Guido I Villa (1641) ed in seguito, nel 1832, è acquistato dal Comune di Ferrara. Nel 1944 il Palazzo dei Diamanti rimase gravemente danneggiato durante i bombardamenti della città ed è stato oggetto, nel dopoguerra, di diverse campagne di restauro esterno ed interno. Oggi, come illustrato sul sito internet dell’istituzione culturale che lo gestisce, “al piano terra si trova la galleria espositiva, mentre il piano nobile ospita la Pinacoteca Nazionale di Ferrara”, nella quale sono custodite opere storico-artistiche di grande valore. 

Attorno al Palazzo, che – ricorda il sito InFerrara – “è stato di grande ispirazione per la costruzione del celebre Palazzo delle Faccette nel Cremlino di Mosca, commissionato da Ivan il Grande e progettato dagli architetti Marco Ruffo e Pietro Antonio Solari”, è sorta una antica leggenda secondo la quale Ercole I d’Este fece nascondere, in una delle bugne che ricoprono l’edificio, uno dei veri diamanti della sua corona. Soltanto il Duca e il capomastro che aveva seguito e diretto il cantiere ne conoscevano l’ubicazione. Affinché il segreto rimanesse tale, a lavori ultimati Ercole I fece chiamare a corte l’uomo e, dopo essersi accertato che non avesse rivelato a nessuno dove fosse il diamante, ordinò che gli venisse tagliata la lingua. Non c’è ovviamente riscontro storico attendibile su questi fatti, ma secondo qualcuno la preziosa pietra è ancora oggi nascosta nel Palazzo.

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Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi, due volte laureata presso l'università La Sapienza di Roma (in giurisprudenza e in scienze politiche), è giornalista pubblicista e scrittrice. Collabora con diverse testate e case editrici.

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