Un 2024 da leader assoluto, concluso con le lodi internazionali dei giornali più importanti del mondo, riconoscimento a destra e a manca, interventi storici e provvedimenti non meno importanti per il futuro della Nazione. E non solo. Questo e tanto altro è stata Giorgia Meloni, l’underdog che ha spiazzato il mondo intero, la prima donna Presidente del Consiglio nella storia del nostro Paese. Se il 2023 è stato l’anno in cui Meloni ha affermato la sua forza a livello nazionale, il 2024 è stato il momento della consacrazione internazionale: Giorgia Meloni ha riportato l’Italia tra le grandi d’Europa e del mondo.
Dall’Africa a Washington
È dunque emblematico che questa riassuntiva carrellata di interventi della premier durante i 366 giorni che adesso ci separano dal 1 gennaio 2024, parta proprio da un momento come il vertice Italia-Africa. Un momento cruciale, probabilmente, per misurare l’importanza dell’Italia e della premier: i grandi di due interi continenti arrivano a Roma, nelle stanze del Senato, per discutere di futuro e di quel Piano Mattei che mira a creare un approccio nuovo, di cooperazione, con l’Africa. È l’inizio di “una nuova pagina nella storia delle nostre relazioni”: “Italia-Africa un ponte per crescere assieme, è il titolo di questo evento, un ponte che noi italiani possiamo costruire senza partire non da zero, un ponte che Enrico Mattei seppe immaginare”, disse la premier, dinnanzi ai vertici delle istituzioni africani ed europee.
Da Washington, poi, arrivò un annuncio straordinario tramite un videomessaggio: “Sono felice di annunciare che dopo 24 anni di detenzione negli Stati Uniti è stata firmata l’autorizzazione al trasferimento in Italia di Chico Forti. Un risultato frutto dell’impegno diplomatico di questo governo, della collaborazione con lo Stato della Florida e con il governo degli Stati Uniti che ringrazio”. Diplomazia, dialogo, cooperazione: in visita al presidente statunitense Joe Biden, Giorgia Meloni riuscì a portare a casa un risultato che era insperato, un risultato che anni di annunci sensazionalistici privi di seguito concreto non avevano mai prodotto. L’annuncio di Giorgia Meloni arrivò a marzo, Chico Forti atterrò a Pratica di Mare alcune settimane dopo, a maggio, quando la premier parlò di un successo “reso possibile grazie all’autorevolezza e alla riservatezza del Governo italiano che con il Dipartimento di Giustizia ha portato avanti un proficuo lavoro in stretta collaborazione con lo Stato della Florida e con il sostegno di tutte le Amministrazioni italiane coinvolte” con un iter concluso “in tempi record”.
La corsa per le europee
Ma se vogliamo parlare di discorsi trionfale, bisogna arrivare ad aprile, alla Conferenza programmatica che Fratelli d’Italia allestì a Pescara: “Abbiamo visto per anni partiti che una volta arrivati al governo smettevano di fare politica, e si dedicavano alla mera gestione del potere. Noi no. Perché a noi non interessa alcun potere che non serva come strumento per migliorare la vita delle persone, e per farlo sappiamo che non dobbiamo smettere mai di elaborare, di metterci in discussione, di confrontarci”. Dopo un anno e mezzo di governo, Meloni poté annunciare finalmente che “l’Italia è tornata! E’ tornata, protagonista in Europa, in Occidente, nel Mediterraneo, dopo gli anni del servilismo della sinistra e del cerchiobottismo dei cinquestelle”. Un’Italia protagonista in Europa, nel Mediterraneo, in Africa, nei grandi consessi internazionali. “Un’Italia che ha ritrovato, pur in un contesto complesso, la sua stabilità e la sua solidità economica”. Un discorso da leader, che seppe preparare il partito, il centrodestra e tutti gli elettori a una sfida epocale: quella alle europee di giugno. E proprio da Pescara, arrivò l’annuncio più atteso: “Siamo di fronte ad una battaglia decisiva, un vero e proprio bivio che non consente di sbagliare la scelta, né di tirarsi indietro. Tutti devono essere pronti a fare la loro parte, e io, come sempre, intendo fare la mia. Quindi, ho deciso di scendere in campo per guidare le liste di Fratelli d‘Italia in tutte le circoscrizioni elettorali”.
La corsa alle europee fu lunga e si concluse a Roma, a giugno, con l’intervento della premier in Piazza del Popolo. C’erano gli slogan scelti dal partito: “Orgoglio italiano”, ma soprattutto “L’Italia cambia l’Europa”. Una predizione. “Oggi vediamo quanto un’Italia consapevole del suo ruolo può essere centrale” disse la premier, un obiettivo che “fino a pochi mesi fa era impensabile”. L’appello agli elettori: “Finché ci siete voi, ci sono anche io e tutto il resto si affronta a testa alta. Gli occhi del mondo sono puntati su di noi e ancora una volta dimostreremo al mondo di cosa siamo capaci”. Il risultato fu di quelli storici: 28,8%.
G7, Nato, Onu: i grandi appuntamenti
L’estate fu ricca di impegni internazionali. Il 2024 è stato soprattutto l’anno del G7 italiano, svoltosi a Borgo Egnazia e presieduto dalla premier. Un G7 che confermò una volta per tutte la leadership italiana nel modo. Un’Italia che torna protagonista a livello internazionale, che si riprende “ruolo che le spetta”, malgrado le polemiche della sinistra: “Neanche questo è riuscito a rovinare l’ottima riuscita di questo vertice”. Meloni, a luglio, era al vertice Nato, con un’Italia nuovamente protagonista, portando sul tavolo delle trattative la sfida per l’Africa e per il Sud globale. “Mentre noi contribuiamo alla sicurezza dei nostri alleati sul fianco Est – ha detto Giorgia Meloni ai giornalisti al termine del vertice –, non possiamo essere lasciati da soli sul fianco Sud”, perché bisogna capire “l’importanza di un pezzo fondamentale di questo scacchiere, che sono in generale i Paesi del Sud globale ma nello specifico l’Africa”.
E portò lo stesso tema, Meloni, anche all’Assemblea Generale dell’Onu. Il suo secondo intervento, dopo quello pronunciato nel 2023. “La sfida è un cambio deciso di paradigma nei rapporti tra le Nazioni e nel funzionamento degli organismi multilaterali, l’obiettivo è costruire un modello di cooperazione completamente nuovo. Personalmente sono convinta che questo nuovo modello possa e debba fondarsi su alcuni, purtroppo non scontati, principi: il rispetto reciproco, la condivisione, la concretezza. Significa relazionarsi con l’altro da pari a pari, recuperare quella capacità di saper ascoltare per comprendere le ragioni dell’altro che è alla base di qualsiasi fiducia reciproca”. Poche ore prima, Giorgia Meloni era stata insignita del premio “Global Citizen Award” conferito dall’Atlantic Council e consegnato da Elon Musk. Anche in quel caso, la premier sapeva bene quali parole usare: “La nostra libertà e i nostri valori, e la fierezza che proviamo per loro, sono le armi che i nostri avversari temono di più, quindi non possiamo rinunciare alla forza della nostra stessa identità perché sarebbe il regalo migliore che possiamo fare ai regimi autoritari”.
La consacrazione di Atreju
Poi Atreju. Un momento di rivendicazione di quanto è stato fatto negli ultimi mesi. Immigrazione, economia, riforme: il lavoro del governo va avanti. “In questi due anni di governo, abbiamo fatto molto più di altri e ma meno” di quello che questo governo può fare. “La nostra è una missione, non c’è spazio per l’egoismo dei singoli. Siate all’altezza della Nazione che rappresentate, che è fatta di persone che hanno risposto alla chiamata quando la storia ha chiamato”. Il futuro “ha bisogno di corse audaci, non permette tentennamenti e incertezze, perché ha bisogno di cuori puri. Siamo all’altezza del compito, l’Italia è all’altezza del compito”.
E ci sarebbero ancora tanti altri momenti: i consigli europei, la nomina di un vicepresidente esecutivo della Commissione europea italiano, le riunioni informali, le decine di incontri bilaterali, fino all’ultimo vertice Nord-Sud. Ma il concetto è chiaro: il 2024 è stato un anno d’oro per Giorgia Meloni e per l’Italia. Un presupposto niente male per gli anni che verranno.
Semplicemente grazie di esistere, Giorgia! Buon anno a tutti.