L’intervento del Presidente del Consiglio Meloni al Salone del Mobile: “Questo evento raccoglie alcuni dei principali filoni strategici della nostra economia”

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Giorgia Meloni è intervenuta all’inaugurazione del Salone del Mobile, per la prima volta come Presidente del Consiglio dei Ministri.

“Questo evento raccoglie alcuni dei principali filoni strategici della nostra economia e su cui questo Governo intende lavorare”, ha dichiarato.

Prima di tutto, c’è “il mondo delle imprese, che sono le vere e uniche creatrici insieme ai loro lavoratori di ricchezza. E lo Stato, se vuole avere delle risorse da distribuire, deve favorire e sostenere la produzione di quella ricchezza.” Il Governo sta lavorando proprio su questo, cercando di realizzare “un ecosistema che sia favorevole al mondo della produzione con tasse giuste, una giustizia efficiente e una burocrazia al servizio dei cittadini.”

Supportare il mondo delle imprese è dunque fondamentale e il primo passo in questo senso è rappresentato dalla riforma fiscale, che si propone di “abbassare l’IRES, ma solo se con quello che si risparmia si investe in innovazione o in posti di lavoro.”

Perché l’altro grande elemento racchiuso in questa manifestazione è il lavoro, che non è solamente “il fondamento della repubblica, ma è quello che consente a ogni cittadino di partecipare alla crescita della sua comunità. È quello che più di ogni altra cosa garantisce dignità ed è il migliore e unico vero ammortizzatore sociale.”

Il Governo, piuttosto che sostenere inefficaci meccanismi di assistenza, punta quindi alla valorizzazione del lavoro adottando quel famoso principio del più assumi, meno paghi, ovvero “più è alta l’incidenza di lavoro in rapporto al fatturato, meno tasse devi allo Stato”.  Perché, come ribadito dal premier, “io voglio una società nella quale il nostro modello di riferimento sia quello che individua le modalità per garantire e favorire il lavoro”.

Un altro filone fondamentale della nostra economia presente all’evento, ricorda Meloni, è “il marchio, l’eccellenza.” In un tempo di globalizzazione il nostro paese non può e non deve competere sulla quantità di quello che produce, ma deve invece puntare sulla qualità, che al mondo non ha rivali. “Il marchio è la cosa più preziosa che abbiamo. A patto che siamo in grado di difenderlo e valorizzarlo.” Proprio per questo motivo, ha dichiarato il premier, nelle prossime settimane si intende portare in Consiglio dei Ministri “una sorte di legge quadro per valorizzare le nostre eccellenze, puntando su tre pilastri: la lotta alla contraffazione e alla concorrenza sleale, con tutela dei brevetti e dei marchi; strumenti finanziari per far crescere le piccole e medie imprese, particolarmente nei settori delle eccellenze; formazione e competenza.”

Una nuova misura che intende quindi contribuire ulteriormente ad una vera e propria “rivoluzione culturale”, così da “mettere al centro il lavoro creativo italiano.”
Perché non è più accettabile che ben in 4 casi su 10 le imprese dichiarano di avere difficoltà a trovare manodopera qualificata per lavori che sono ottimamente retribuiti. Occorre quindi “lavorare per riallineare quelle competenze, riallineare la domanda e l’offerta di lavoro”.

Un lavoro che l’Italia deve favorire anche attraverso la giusta combinazione tra tradizione e innovazione perché le nuove generazioni possano imparare quel sapere che viene loro trasmesso da chi ha più esperienza, e a cui può aggiungere quei caratteri di innovazione necessari al giorno d’oggi.

Infine, al Salone del Mobile è presente anche un altro tema, che è quello della sostenibilità. In Italia abbiamo un patrimonio boschivo che non è utilizzato se non in minima parte rispetto alla sua crescita annua, a causa di problemi tecnici e burocratici, per cui i nostri produttori in alcuni casi sono costretti a comprare all’estero: “Anche su questo si può fare di più” ha ribadito il premier “per disegnare una cornice che renda anche questo settore indipendente, coniugando sostenibilità ambientale e sostenibilità economica.”

Infine, il premier ha ricordato come il Salone del Mobile e l’intera filiera del legno arredo rappresentino più di tutto la nostra identità italiana, perché “ciò che è qui rappresentato è sempre di più un pezzo delle identità delle singole persone. Ieri la casa era la nostra dimensione privata, oggi è qualcosa di più. Oggi la casa è qualcosa che racconta la nostra identità, il nostro modo di porci al cospetto del mondo. Oggi gli ambienti si indossano esattamente come si indossa un vestito. E quella capacità di raccontare un’identità, un carattere, quella capacità di definirci fa di quello che noi vediamo qui un carattere fondamentale del benessere della persona. Il benessere parte dal bello. La salute parte dal benessere. Quello che c’è qui è un pezzo del nostro benessere e quindi della nostra salute.”

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