“L’immobile è già pronto, siamo pronti per inaugurarlo ed entro dicembre lo faremo”. È l’annuncio ai cronisti del ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, a margine della “Settimana Italia-Cina della Scienza, Tecnologia, Innovazione”, in corso a Napoli, a proposito dell’inaugurazione del Polo universitario a Caivano.
Si avvicina, in breve, la data quando la città a nord di Napoli ospiterà l’inaugurazione di un corso di laurea incentrato sulle nuove tecnologie applicate all’agricoltura, ultimo tassello del piano di rilancio messo a punto dal governo capitanato da Giorgia Meloni.
“L’annuncio del ministro dell’Università e Ricerca, Anna Maria Bernini, sull’imminente apertura di un polo universitario a Caivano, mi riempie di gioia e soddisfazione- dichiara la senatrice FdI Giovanna Petrenga- È la riprova che il governo Meloni mantiene tutti gli impegni assunti per ristabilire in quel complicato e difficile territorio condizioni di piena civiltà e di speranza. Ed è una ulteriore constatazione che le polemiche della sinistra e dell’Amministrazione regionale di De Luca sono chiaramente infondate. Con questa iniziativa che si concretizzerà entro l’anno, si realizza un altro tassello, un’altra tappa della programmata rinascita di Caivano. Sono molto grata al ministro Bernini per la sua azione concreta e decisa”.
Come si ricorderà, a rivelare l’iniziativa fu la ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, che fece il formale l’annuncio durante un intervento in video-collegamento dall’Uzbekistan, partecipando a un incontro sull’Intelligenza Artificiale a Siracusa nell’ambito del G7.
La notizia arrivò lo stesso giorno in cui don Maurizio Patriciello, nel corso di un’audizione presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e degrado nelle città e nelle periferie, riconobbe-pubblicamente – i meriti dell’esecutivo: “In quest’ultimo anno qualcosa è cambiato: chi dice il contrario mente a se stesso e alla nostra bella Italia”.
Parole chiare, nette, quelle del parroco del Parco Verde. Un messaggio chiarissimo a chi, da sinistra, continuava a derubricare quanto accade a Caivano a mera propaganda o, peggio, a menzogna.
Don Patriciello ricordò il momento in cui, in un momento di profondo scoramento, prese carta e penna per scrivere al premier, Giorgia Meloni, invitandola a visitare Caivano. “Non c’era nessun tentativo di mettere un timbro politico. La mia era la richiesta di un parroco disperato alla presidente del Consiglio e le ho detto vieni: era il 25 agosto e non ci avrei giurato che il 31 di agosto la presidente del Consiglio sarebbe venuta con mezzo governo”.
In quell’occasione, Meloni dimostrò grande attenzione per Caivano e il territorio: “Lei ha ascoltato con grande attenzione. Le ho detto: Noi sappiamo fischiare e sappiamo applaudire, ma siamo stanchi di fischiare, abbiamo troppo fischiato a tutti voi che siete a Roma. In queste periferie siamo stati abbandonati e ora abbiamo un grande desiderio di applaudire. Per cortesia prenditi i nostri applausi. Lei ha fatto delle promesse, le ha mantenute e il mio compito è applaudire”, rimarcò davanti a decine e decine di giornalisti e foto-cine operatori don Patricello.
Infine, uno sfogo dalle sfumature più intime, personali. Don Patricello infatti ancora oggi ricorda da come fu preso di mira, attaccato, criticato, insultato per aver prima coinvolto e poi ringraziato il presidente del Consiglio. “Tante persone, non potendo prendersela con Roma che è troppo lontana, se la prendono con chi è stato l’artefice, con chi ha invitato Giorgia Meloni. Questo prete che sta davanti a voi è diventato fascista, è diventato omofobo, tra poco diventerà anche pedofilo: quella volta là, mi sono riservato che appena faranno questo altro passo scatteranno tutte le denunce contro chiunque”. Don Patriciello infine, ricorda ancora una volta, di essere un sacerdote al servizio di tutti: “Sono un prete di tutti e per tutti. Voglio solo il bene di questo territorio maltrattato e bistrattato”.