Soranzo sul Vajont

“Il prossimo 17 Ottobre terremo la seduta del Consiglio regionale a Longarone, dove 60 anni fa si è consumata una delle più grandi tragedie umane della storia repubblicana. Un piccolo gesto simbolico che ha tuttavia il grande significato di testimoniare quanto ci stia a cuore questo martoriato territorio e il ricordo di quella immane devastazione.
C’è un momento nella storia di una nazione in cui lo Stato deve saper anche affrontare la responsabilità più difficile e grave: chiedere scusa ai propri cittadini. Non so se in tutti questi anni le istituzioni abbiano fatto tutto ciò che avrebbe dovuto, ma so che noi oggi abbiamo il dovere morale non soltanto di continuare ad onorare la memoria delle vittime, ma anche di chiedere scusa. La memoria del Vajont è continuata a riaffiorare grazie alle inchieste, alla letteratura, al cinema, al teatro civile che ne hanno fatto uno straordinario racconto collettivo.
Un racconto che non deve però perdersi nel tempo ma radicarsi nella coscienza nazionale, che non può essere dimenticato, ma deve essere scolpito nelle nostre coscienze e in quello delle future generazioni. Credo sia proprio questo il senso della legge regionale del 2019, cui crediamo molto, che ha istituito la “Giornata in ricordo della tragedia del Vajont”.
Per chi come me è nato dopo quel tragico 9 ottobre 1963, il disastro del Vajont non può essere soltanto un pallido ricordo appreso dalle narrazioni, ma deve diventare un simbolo. Un simbolo potente dell’Italia che abbiamo costruito, nel bene e nel male, con luci e ombre. Un simbolo degli errori, delle tragedie, che avremmo potuto e dovuto evitare. Non possiamo permetterci di usare termini come “incuria dell’uomo” per giustificare un’opera che è stata una tragedia annunciata, causata da colpe e complicità umane. Correggere questo errore è quindi un dovere di tutte le istituzioni del nostro Paese, e di chi le rappresenta.
Il Vajont è anche un monito per il nostro tempo, un richiamo a riconsiderare il rapporto con la natura nei diversi processi di sviluppo. La difesa del suolo e la sicurezza idrogeologica sono questioni che non possiamo più ignorare, così come è un imperativo senza condizioni investire nella prevenzione e nella tutela del territorio, anche se le risorse richieste sono ingenti perché il costo di un non intervento sarebbe troppo alto, in termini di vite umane e danni naturali. Il Vajont ci ricorda e insegna anche questo, che non possiamo violare la natura e mettere in pericolo la vita dei cittadini nel nome del profitto e di un falso progresso. Dobbiamo necessariamente trovare un equilibrio tra tecnologia e tutela dell’ambiente, e soprattutto ascoltare la saggezza delle comunità locali, che conoscono il loro territorio meglio di chiunque altro.”

Lo dichiara Enoch Soranzo, Presidente del gruppo consiliare regionale di FdI.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Leggi anche

Articoli correlati